tag:blogger.com,1999:blog-74539142402050528772023-11-16T01:04:47.450+09:00SARI-PORO-PETper esempio io sono quasusukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.comBlogger22125tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-31367577952742132072007-09-27T23:34:00.000+09:002007-09-28T00:05:49.200+09:00hummerallora sono di nuovo da mister donuts.<br />dentro la tv piazzata lì accanto va a ripetizione lo spot di mister donuts.<br />lo cantò,che ormai so le parole anche se non so cosa stiano dicendo.<br />mister donuts è un posto dove si vendono le ciambelle.<br />ciambelle di tutti i tipi e di molte forme diverse.<br />i colori invece sono pochi e più o meno tutti simili.<br />c'è un pò di bianco, un verdognolo spruzzato ogni tanto, molto marrone.<br />tanti tipi di ciambelle.<br />scorro col vassoio.<br />prendo in mano le pinzette per afferrare le ciambelle.<br /><br />provo le pinze in aria.<br />le pinze funzionano e afferrano l'aria.<br />scorro col vassoio e le pinze nel vassoio.<br />ci sono ciambelle a forma di stecco,ciambelle rotonde, ciambelle a forma di tanti rotondi che si inifilano uno dietro l'altro e col buco in mezzo, ci sono ciambelle su tre livelli.<br />alla mia destra una mamma fa fatica a scegliere le ciambelle.<br />nè ha già afferrate otto, tutte accartocciate insieme nel vassoio.<br />il bambino fa i gesti e guida la scelta.<br />io guido la mia mentre guardo la loro.<br />guardo il bambino, il bambino mi guarda, io spero che non chieda alla mamma di afferrarmi con le pinze.<br /><br />rallento e cammino lento.<br />scelgo una ciambella ,col buco in mezzo e lo spazio intorno con su un lato una strisciata di cioccolata rafferma.<br />poi vado avanti e afferro con le pinze una ciambella rigonfia picchiettata di scagliette di cocco che sciamano in giro appena le mie pinze la toccano.<br />la mamma sta pagnado.<br />si fa dare una scatola di cartone ci infilano le ciambelle dentro e loro fanno per andarsene e andarsele a mangiare forse a casa.<br />io invece chiedo un caffè.<br />cosa!' fa l'espressione di lei sul viso.<br />un caffè, ripeto.<br />caldo.<br />-caffè.......cinque minuti..............-<br />capisco solo queste due cose.<br />allora dico:- qui.<br />-tutto-<br />-ora-<br />questo è quello che dico.<br />lei forse mi capisce, mi guarda sempre co sto cappello di ordinanza infilato in testa.<br />io penso che....<br />poi mi dimentico cosa stavo pensando e rimango ad aspettare il caffè.<br /><br />lei mi fa cenno che vado là con la mano me lo dice che poi me lo porta lei.<br />io capisco.<br />lei mi riconsegna la tessera dei punti del mister donuts.<br />io la afferro.senza pinze.<br />è ancora calda,la tessera,perchè ogni volta la infilano in una qualche macchinetta e cancellano i punti vecchi con qualche questione di caore e poi ci imprimono i nuovi punti.<br />io non lo so che cosa si vinca con questi punti,non so neanche se si vinca qualcosa.<br />allora penso che il fatto che non so se si vinca qualcosa con i punti che accumulo forse è una cosa di quelle metaforiche, che vogliono dire altro da quello che apparentemente vogliono dire.<br />insomma,penso che tutto mister donuts stia lì per un altro motivo da quello apparente che è quello di vendere ciambelle.<br />allora cerco di capire quale è questo altro motivo.<br />e ci sono altri che siedono e mangiano le ciambelle e chiedo loro se sono anche loro delle metafore, magari stanno lì per dare un senso ancora più metaforico a tutto quel negozio pieno di ciambelle.<br />cerco qualche metafora collegata alla mia infanzia e ai miei ricordi di infanzia e quando arriva il mio caffè chiedo alla commessa : -sai se per caso anche tu sei una metafora? - poi mi sembra di essere un pò maleducato a fare quella domanda e la cambio : - sai se mister donuts in realtà è una metafora di qualcos'altro? - lei non credo capisca.<br /><br />il caffè è nero.<br />in una tazza da cappuccino.<br />mi sono fatto dare tre minivaschettine di latte.<br />apro tutte e tre le vaschettine. aspetto a versarle che siano aperte tutte e tre.<br />le verso rapidamente una dietro l'altra. il latte crolla nel caffè iniziano le volute che conosco e che aspetto sempre.<br />la goccia di latte si spalma nel liquido nero, poi si sfalda nel caffè e iniziano delle piccole turbolenze irregolari.<br />il caffè lento cambia colore, le ondine del latte si fanno tante ,un pò ovunque in mezzo alla tazza.<br />salgono le prime macchie che restano aggrumate senza confondersi e mischiarsi al caffè.<br />questo vuol dire che il latte è un latte finto.<br />adesso c'è un pò di marrone ovunque e anche le ultime parti di nero si sfanno lente in mezzo alle onde di bianco che si strusciano intorno.<br /><br />io tocco le ciambelle mentre aspetto che il caffè e il latte si calmino.<br /><br />Mordo la ciambella con le scaglie di cocco e tutto si sbriciola sul vassoio, briciole di ciambella e briciole di cocco.<br />briciole in giro ,alcune cadono nella tazza ormai marrone.<br /><br />intorno sento i rumori del supermercato che ci circonda tutti.<br />fuori c'è il sole.<br />le bandiere delle pubblicità a forma di stendardo si scotono al vento.<br />c'è spesso vento qua.<br />guardo il parcheggio fuori.<br />un hummer entra e si ferma proprio davanti al finestrone.<br />scende uno che sarà alto un metro e cinquanta.<br /><br />poi penso che le metafore sono cose strette.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com37tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-16707650833158299002007-09-05T17:54:00.001+09:002007-09-05T20:08:50.228+09:00mt.moiwaallora siamo praticamente immersi nel verde,in mezzo agli alberi, in mezzo alle piante basse e a tutti gli insetti che l'estate qui si scatenano.<br />lui arranca con affanno davanti a me dicendo ogni tanto al vento "da qui" o anche "da questa parte" oppure " attento qua".<br />io in realtà non lo ascolto , o forse si, visto che mi ricordo le frasi sue.<br />lo seguo docile.<br />gli fisso la schiena la maglietta e i pantaloni senza forma, poi la maglietta lentamente cambia colore,si bagna ,è sudata.<br />io lo seguo docile.<br />mi spingo il palmo di una mano sul ginocchio per darmi spinta,poi spingo l'altro palmo dell'altra mano sull'altro ginocchio,per darmi spinta.<br />respiriamo alternati, lui prima poi io , prima io poi lui.<br />"manca poco?" penso senza dirlo.<br />siamo in mezzo alla vegetazione,in mezzo agli alberi,in mezzo agli insetti che d'estate qui si risvegliano tutti insieme.<br />è umido, è umido tutto.sono umido io ,è umido il terreno, l'aria è umida ,il braccio mi si imperla continuamente di sudore, goccia su goccia le vedo uscire sotto i miei occhi.<br />era mattina che eravamo partiti. è ancora giorno che siamo qui.<br />in cima al monte ,come mi dice lui, si vede tutto,ma proprio tutto.nulla rimane fuori dagli occhi,poi il vento ti rinfresca, poi si può riscendere con calma quando ti pare,dice lui.<br />io ci credo, ma poi smetto.<br />poi riprendo a crederci,perchè sembra proprio così,anche nei racconti di chi già l'ha fatto, di chi l'ha fatto prima ,di chi l'ha fatto ieri.<br />non incontriamo nessuno sul sentiero.tutti avranno scelto di prendere la funivia,perchè forse il troppo caldo l'infastidiva.<br />io non so chi abbia detto tra noi due "andiamo a piedi" comunque siamo a piedi.<br />ho i piedi che bruciano.<br />il sudore che scende.<br />davanti a me la maglietta che vedo ora è completamente bagnata.<br />sembra di essere in una sauna.<br />una di quelle che ti tolgono proprio il respiro, e ti si fa difficile anche solo aprire la bocca per mettere dentro aria.<br />dal naso neanche a parlarne.<br />qui invece in quest'intrico di rumori d'insetti respiro col naso.<br />sono solo insetti,anche gli alberi sono insetti.<br />sembra che gli alberi ne siano pieni, ne siano composti.<br />probabilmente gli alberi in realtà sono molti insetti che stanno tutti insieme e si cantano reciprocamente.<br />"gli alberi ne sono pieni" dico a lui che mi sta davanti.<br />"di che?"<br />"di insetti" dico io.<br />"quelli che fanno questo rumore"<br />lui fa di si con la testa e risponde " si,fanno questo rumore".<br />lui è abituato.li sente ogni estate,ogni volta che arriva il caldo.<br />io invece ancora non mi ci abituo,come la prima notte a casa mia passata ad ascoltare le ruote del tram sotto casa.<br />"come il tram sotto casa mia" urlo forte,forse per superare il muro di umidità che mi separa da lui.<br />per un pò non risponde, forse pensa agli insetti messi vicino ai tram,che insieme ci stanno poco.<br />poi dice " a me piacciono" e non capisco a cos si riferisce,se agli insetti ,al tram o ad entrambi.<br /><br />"manca poco?" penso io senza dirlo.<br />lui davanti non parla, ansima solamente.lo vedo concentrato,corrugato sui suoi pensieri che forse combaciano con la strada da fare.<br />io cerco di corrugarmi anche io,insieme a lui,ma desisto.<br />io sono corrugato solo sulla sua schiena,che si ondula in qui e in là, tutta bagnata.<br />"dovremmo essere quasi arrivati" sento lontano,come se a pronunciare la frase fosse uno sconosciuto chissà dove.<br />gli insetti ora mi stanno nella testa e non sono più gli alberi.<br />adesso mi stanno in testa.<br />e si sono mischiati col dovremmo essere quasi arrivati e mi confondono tutto.<br />probabilmente ci sono solo loro ora.<br />sono avvolto nell'umido e qualcosa ormai, sono sicuro,mi si è appiccicata addosso.<br />vorrei evitare di pensare "forse abbiamo sbagliato strada" ma non sono sicuro di poter resistere.<br />lo penso ugualmente.<br />lo penso ugualmente.<br />lo penso ugualmente.<br />non smetto di pensarlo.<br />non smetto di pensarlo.<br />"forse abbiamo sbagliato strada" l'ho detto. e me ne pento.<br />lui neanche mi guarda.forse non mi ha sentito.<br />io cerco di dimenticarmi.mi dimetico.penso agli insetti.<br />poi dopo tipo otto ore lui esclama "non ci siamo persi!".<br />e poi più nulla per altre otto ore.<br /><br />stiamo ancora camminando.<br />siamo ancora in mezzo alle piante.<br />in mezzo agli insetti.<br />poi mi sento dire "io me ne torno a casa,cioè ho il volo la prossima settimana"<br />io non parlo.<br />poi all'improvviso dice che siamo arrivati.<br />c'è uno spiazzo. dove il sole crolla a picco,perpendicolare sulle teste.<br />io mi guardo intorno. guardo al di là della montagna. non si vede la città.<br />lui allora dice "mi sa che siamo finiti dall'altra parte".<br />io lo guardo,ci guardiamo, poi gli chiedo "ma davvero te ne vai?".susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-851177142612843622007-07-24T21:12:00.000+09:002007-07-24T22:35:54.250+09:00munchenbashiin fondo verso sumikawa.<br />è tutta discesa e il sole rotola insieme fino in fondo,quando davanti trovi quel pezzo grosso di cemento e vetro e plastica che è la stazione della metro.<br />allora, con fatica sospirando, è arrivato l'umido. anche qua arriva, pechè blablablablablablabla.<br />sono più o meno sette o otto curve in discesa, poi venti o trenta barbieri e saloni di bellezza.<br />un palazzo dove dentro compri le cose, molti ristoranti (di cui il nome uno se li dimentica sempre,sempre).<br />ci sono gli scolari che tornano a casa dalla loro giornata a scuola, le nonne che tornano o vanno da qualche parte, le biciclette che vengono pedalate, le macchine che imboccano le strade e fanno ticchettare le frecce.attraverso più volte la strada, confondendomi con le cose bianche per terra, le cose verdi che lampeggiano, i semafori che fanno "pio,pio, pio, pio, pio..."<br />sono da solo in mezzo all'umido.e in mezzo al sole. a tratti, ai lati delle strade, al di qua dei marciapiedi, accovacciati per conto loro, vestiti delle loro uniformi, piegati sul loro lavoro, i giardinieri del comune infilano zappette e zappettine, mini-palette e terriccio, svuotano buste di plastica, infilano mani e sfilano piantine arancioni,fiori vila, steli gambi tutti colorati. Si chiacchierano ogni tanto ,con rarità e parsimonia.<br />Fissano più che altro il pavimento,la terra segnata nel dentro delle piccole aiuole. con le palette si aiutano e creano piccole buche,piccoli alloggi per le piantine con le radici all'aria.<br />ne mettono una arancione e poi una viola, poi una arancione e poi una viola."mi passi una piantina?" si chiedono in silenzio.uno fa un mezzo inchino e la passa.<br />"mi passi quella viola" chiedo uno. l'altro si guarda in giro dubbioso, poi infila una mano in una busta, si guarda ancora intorno, fa un mezzo inchino e porge la piantina.<br />il primo,quello che aveva fatto la richiesta,ringrazia.<br />le piantine formano una fila mentre io cammino, e mi inseguono - forse-.<br />i piantatori del comune sono più veloci di me, e mentre io cammino mi inseguono e mi superano e io accelero ma loro sono piùveloci.e non ci fanno apposta,non fanno a gara.sono più veloci e basta.<br />il sole rotola giù in fondo alla strada e quando la discesa finisce continua a rotolare oltre il semaforo,oltre l'incrocio.pure il sole mi segue. direbbero altri che sono io che seguo lui.<br />sono solo con il sole e con i piantatori di piante blu e rosse.<br />marco dice:- comunque vada, quando una cosa è finita è finita, si cambia capitolo e basta.<br />guido: - non credo sia così facile e immediato. -<br />Marco lo fissa per pochi secondi,prende aria per i polmoni e continua : - se un rapporto è finito ,si deve chiudere,inutile tamponare le ferite o amputare i brandelli morti.-<br />guido: - non credi che sia troppo facile usare metafore del genre? sembra che tutto torni,poi. -<br />marco: - le emtafore non c'entrano, è semplicemente che se un amore è finito, trascinarlo è criminale, e se si deve soffrire che lo si faccia, sperando che duri il meno possibile.-<br />guido: - e tu non pensi a quello che è stato lasciato?-<br />marco: - ma come parli? come parli? quello che uno si sente va fatto, non si può aspettare che qualcuno si abitui all'idea, sarebbe falso e poco rispettoso.-<br />guido si altera nel sole: - e della sofferenza di chi è stato lasciato!? COSA SIGNIFICA? che vale di meno?? che andrebbe calcolata come un effetto collatelare?? come una minoranza silenziosa?-<br />marco contiene le parole di guido: - non ho assolutamente asserito ciò. Credo però che chi dice BASTA vada rispettato, tutto qua.-<br />guido - forse per il sole - si sente mancare: - e può quindi fare ciò che più desidera!? dire ciò che vuole,usare i comportamenti che più gli aggradano, ferire e far contorcere le interiora dell'altro?-<br />guido mi guarda, io alzo le spalle e allargo un pochino le braccia, come a dire "e io che ne so?"<br />marco fa lo stesso, dopo aver ascoltato giorgio si volta e mi fissa, io lo rifisso e faccio un verso senza parole che più o meno sta per : "eh,e quindi? che dovrei dire!?".<br />mi vorrebbero mettere in mezzo, farmi fare il pendolo sotto il sole, ma io sudato e disidratato ,riesco a rimanermene in silenzio, e cammino.<br />giorgio: - certo ,perchè chi lascia ha il coltello dalla parte del manico e decide degli umori di entrambi, e fa suo tutto quel sentire arrabbiato dell'altro, e ci nuota dentro e poi glielo rigetta contro. -<br />marco sembra non aver capito, ma comunque parla per non dare l'mpressione di non avere nulla da ribattere.<br />e inizia così: - NO! - ma non sa di preciso a cosa si rierisca quel no.<br />poi: - ma nessuno può sentire tutto di tutti! se dovessimo ascoltare tutti quanti i moti d'animo moriremmo tutti con la testa esplosa.<br />Io quando sento "moti d'animo" ho un mancamento e per poco non cado tra i fiori gialli e neri.<br />guido: - non ti nascondere dietro al dito! non lo fare! lo sai che non è così semplice.-<br />michele: - il diritto di poter smettere d'amare uno lo può anche avere? o no? -<br />guido: - ma sia chiaro, che questo diritto non metta i piedi in testa a chi ti sta di fronte! un conto è smettere d'amare , un conto far soffrire coscientemente.-<br />mentre marco e giorgio parlano siamo arrivati ormai al ponte sul fiume.<br />da lì il fiume sembra tutto luccicante.è un fiume un pò striminzito ,tante rocce e poca acqua,alberi che si rivoltano verso il letto del fiume, rami che toccano appena l'acqua.<br />michele e giorgio continuano a discutere di maori finiti e affetti disastrati.<br />- beh però quel sapore di malinconia che ti rimane in bocca quando tutto si placa e non muori più al solo pensiero...- mentre guardo il fiume che scorre sotto dico solo questo.<br />michele e guido si fermano per un attimo, mi guardano strani e poi si rimettono a discutere fitti.<br />c'è ancora il sole che batte. spero di non essermi preso un'insolazione.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com24tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-54399847788399388542007-07-18T17:17:00.000+09:002007-07-24T12:19:03.578+09:00otaru beachVOUOUOUOUOUSHHH<br />VOUOUOUOUOUSHHH...<br /><br />Alzo il dito in alto e lo muovo nell'aria.<br />"vento" dico.<br />chi mi sta vicino mi guarda e fa di si con la testa.<br />sono felice.<br />VOUOUOUOUOUSSSHHH...<br />VOUOUOUOUOUSSSHHH...<br /><br />punto il dito verso il fondo,lo agito in direzione del fondale, lo guardo (il fondale) e chiedo:<br />"cosa sarebbe quello?"<br />ci pensano un pò, mi fissano, muovono la testa e dicono: "oceano".<br />"oceano?" mi stupisco. "non era mare?".<br />"..." rimangono tutti in silenzio.<br />"mare..." dicono, e aggiungono questo gesto.<br />"oceano..." dicono, e aggiungono quest'altro gesto.<br />io sono perplesso.<br />"allora comunque ,questa ... -acqua- giusto?"<br />tutti mi sorridono.si vede che ho detto bene.<br />siamo tutti felici.e la spiaggia è piena.<br />allora all'improvviso qualcuno dice: "..."<br />tutti nell'acqua, significa. e appena finito di dirlo partono per una corsa senza freni,decisi a gettarsi dentro l'acqua.<br />io lì fisso mentre corrono, mi sono dimenticato che ero compreso nella corsa.<br />sono fermo e sprofondo nella sabbia, forse, o forse è solo una mia impressione.<br />e li guardo mentre sprofondo che corrono nell'aqua dell'oceano e gli spruzzi salgono alti.<br /><br />VOUOUOUOUSSSHHH...<br />VOUOUOUOUSSSHHH...<br />Qualcuno urla che l'acqua è gelida e che le gambe si congelano e che si congela anche la testa, il cervello, i capelli, gli occhi, tutto.<br />mia madre mi avrebbe detto di non andarci nell'acqua così gelida.<br />e io non ci sarei andato.<br />mi fanno tutti gesto di raggiungerli, di correre verso di loro, di zampettare tra i granelli sabbiosi e di raggiungerli nell'acqua.<br />io gli spiego che sto sprofondando nella sabbia, nelle sabbie che si muovono, e che ora avrei molti problemi a raggiungerli,perchè non mi posso muovere.<br />"SPROFONDO NELLA SABBIA!" urlo verso l'oceano.<br />Nessuno si accorge che sto sprofondando.<br /><br />VOUOUOUOUSSSHHH...<br />VOUOUOUOUSSSHHH...<br /><br />c'è anche l'altoparlante che parla.<br />e fa pubblicità a mc'donalds.<br />io sprofondo.<br />intanto nell'acqua organizzano giochi con palloni,acque e movimenti di corpi.<br />vorrei partecipare anche io e li guardo invidioso dal basso del mio sprofondo.<br />Non si accorgono che io li desidero.<br />Da qua sento il pallone e i tocchi, i colpi, i lanci, le cadute e gli schizzi.<br />Per un attimo si sono persi nel pallone.<br />Poi qualcuno torna a guardarmi.<br />Alza il pallone in aria e fa con un gesto ma senza parlare:" Affrettati,affrettati,vieni qui da noi.."<br />io sorrido, perchè so che dovrò rispondere allo stesso modo, e un pò me ne dispiace.<br />E allora sospiro con tutto il corpo e gesticolo che "non posso, sto sprofondando!".<br />Sembrano non capire da laggiù,mentre la palla viene trasposrtata dall'aria e poi dall'acqua.<br />Allora provo a parlare ma mentre dico che "non posso ,sto sprofondando nella sabbia..." la mia voce viene coperta dal vento.<br />"non...VOUOUOU...posso...VOUVOUOVU...sto...VOUVOU...sprofondando...VOUVOUOVU....nella sabbia...VOUVOUVOUSSSHHH..."<br />segnano con le mani l'aria e mi dicono (mi fanno capire) che non mi capiscono.<br />Io anche gli faccio capire che non li capisco, che non li sento ,che il vento copre tutto, che l'altoparlante copre le mie urla.<br />Mi chiedo come ci si possa liberare dalla sabbia, che poi quando tornerò casa mi rimarrà incastrata in ogni svolta e in ogni pieghetta, l'avrò nel cervello, nelle ciglia, tra i capelli, tra i risvolti dei pantaloni, in cima ad un capello, in fondo alle mutande.<br />E mi laverò per giorni con ancora addosso la sabbia e continuerò a trovarla chissà fino a quando e mi ricorderò del giorno passato in spiaggia,col vento,con l'altoparlante,con i segni di chi mi diceva vieni a giocare con noi.<br /><br />hanno i capelli che sembrano sculture.<br />cerco di pensare.<br />arrivano in spiaggia con i capelli colorati e impalcati e sembra che tra poco se li toglieranno.<br />avvertono subito il sole che picchia perchè - è facile da capire - hanno meno melanina.<br />cani al guinzaglio e barbecue pronti.<br />i barbecue sfrigolano.<br />hanno lo stesso rumore del vento. io li confondo e penso che il barbecue sia il vento ma sto sprofondando nella sabbia e non posso controllare, non mi posso accertare.<br />Posso solo guardare davanti a me, il mare anzi l'oceano.<br />L'acqua, i palloni e molte altre cose che galleggiano.<br />Sembra qui all'oceano di non stare dove sono.Perchè sembra quasi che la sabbia lavi via un pò del silenzio e delle paure.<br />Li vorrei mettere alla prova e mettermi alla prova con loro, ma -urlo a tutta la spiaggia - "STO SPROFONDANDO!".<br />Nessuno continua a sentirmi, presi dal vento e dal friggere del barbecue.<br />il vento frigge, si sfibra e alza la sabbia che ci entra negli occhi.<br />La sabbia mi frigge negli occhi e cerco di toglierla, di smetterla, di farle dire basta.E le mani sono piene di sabbia e le uso per togliermi altra sabbia dagli occhi e non succede nulla, tutto rimane uguale e identico, sempre lui.<br /><br />VOOUUUOOUUUOOOUUUOOOUUU...<br />il vento sta cambiando,almeno la direzione. e io cerco di cambiare direzione.anche io. e mi sembra che mi devo costruire degli scalini di sabbia,per uscire dalla sabbia e per non sprofondare più nella sabbia.allora lavora di anca.con le cose e con i piedi.e smuovo un pò di sabbia.o lameno questa è la mia impressione. mi sembro un tutt'uno con la sabbia e tra me e lei non c'è più soluzione di continuità.sembro una ruspa a vermicino. e piango di lacrime campaniliste,di dolori che mi mancano,che solo noi possiamo capire.<br />Urlo a quelli che stanno nell'acqua:"VERMICINOOOOOOOOOOOOOO!" ma continuano a giocare con la palla.<br />Poi qualcuno però si ferma.La palla non si muove più.<br />Si girano verso di me.anzi uno solo lo fa.Il coreano mi fissa,come rapito e sbattuto a terra.Ha sentito,nè sono sicuro.I miei occhi si accendono.Il coreano da qua ha i lineamenti sfasati, tutti imprecisi.Ma lo vedo che si concentra.Guarda con lo sguardo a me. E ripete curioso e urlando: "Bermicivo?".<br />Crollo nella sabbia, io che mi sembravo mi stessi per salvare.<br />E mi tocca rinunciare.A spiegargli che no, non si tratta di Bermicivo, ma che si dice VERMICINO, e che VERMICINO mi rispecchia oggi, mi fa sentire un pò più a casa.Un pò più me.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-43427396710541241942007-07-15T22:50:00.000+09:002007-07-15T23:18:48.060+09:00satsudaiseimonmae"i mormoni mormorano" sussurro all'orecchio dell'americano.<br />l'americano scoppia a ridere.<br />io non so come abbia fatto a capirmi,perchè io gliel'ho detto nella mia lingua che i mormoni mormorano.<br />comunque sono felice, e mi inizio a srotolare dalle risate anche io.<br />ci ridiamo entrambi e poi guardiamo i mormoni.<br /><br />i mormoni a loro volta ci guardano felici anche se non capiscono.<br />sono vestiti uguali.i mormoni sono in due e sono vestiti uguali, uno alto, l'altro basso.<br />l'alto è il comandante. quelo che parla. il basso è quello che annuisce, e ogni volta che l'alto parla il basso fa di si con la testa, oppure la sposta nell'aria per dire cose un pò più complicate di un semplice si.<br />io e l'americano non avevamo nulla da fare e ci siamo fermati a parlare e scherzare con i mormoni.i mormoni prima la prendono larga e fanno gli amici, non ce lo dicono ma vogliono di sicuro diventare nostri amici.<br />ci hanno fermato con una scusa, tipo : "ciao" oppure -visto che non ricordo- "ciao, come va?"<br />"sei americano?" mi chiedono.<br />io li guardo stupito.<br />"allora,come va ?" dice l'alto.<br />"bene" rispondo io mentre infilo in bocca un onigiri.<br />"è buono l'onigiri?" chiede l'alto.<br />mentre offro un altro onigiri all'americano rispondo al mormone alto :"certo,è molto buono l'onigiri che ho comprato."<br />"che onigiri ti piacciono?" chiede l'alto.<br />"senti, basso,ma tu non parli?" chiedo al basso.<br />il basso mi fa segno che - muovo la taesta in giro per l'aria. -<br />mi ricordo di dover rispondere all'alto.<br />"odio gli onigiri all'ume" dico all'alto.<br />lui mi dice: "che coincidenza, noi gli onigiri alle prugne non li abbiamo?"<br />"dove? " dico io.<br />"possedete un conbini voi mormoni?"<br />allora il mormone crede di avermela fatta. ecco,pensa, ora gli offro degli onigiri e intanto gli svelo anche la novella.<br />"no ,noi mormoni non abbiamo un conbini, epperò la sai quale è la buona novella?"<br />"quale? " e mentre pronuncio -quale- smorfio il viso e gli occhi mi escono dalle proprie rotondità.<br />(eccolo il mormone, ora crede di dovermi dare la notizia, anche se io in realtà la sua notizia la so già.)<br />il mormone respira e dichiara: "do you know that god loves you?"<br />io mentre mastico l'ultimo brandello di nori e riso gli dico: "ah si."<br />poi aggiungo "ma mic è così semplice eh"<br />il mormone "perchè?"<br />io "perchè si"<br />lui "come perchè si? vieni da noi e te lo spighiamo melgio."<br />"no è così e basta"<br />"tu ami dio?"<br />"a volte." dico io.<br />il basso continua a non smettere di muovere la testa, mentre l'americano accanto a me fa: "buono 'sto onigiri."<br /><br />i mormoni sono tutti vestiti uguali, in ogni parte del mondo.<br />conquistano le periferie e si stabiliscono lì. ordinano dai cinesi quintali di badge, quintali di camice, quintali di borse, tutte uguali, tutte lo stesso modello.<br />poi salgono sui bus,sui tram, sui treni, si mettono agli angoli delle strade, fuori dalle case, accanto alle uscite, guardano in cielo e tra di loro parlano chissà cosa dicendosi.<br />io gli guardo la camicia.<br />"io vi ammiro" mi sento pronunciare.<br />mentre l'onigiri scende ripenso a quello che ho appena detto.<br />il mormone si blocca. probabilmente nessuno lo aveva ammirato mai prima d'ora.<br />"da dove vieni ,mormone?" gli chiedo io.<br />il mormone non risponde. i lineamenti gli si smontano e compaiono brandelli di espressioni nuove.dal volto del mormone scende una lacrimuccia che poi si ferma a mezz'aria.<br />io ora sono imbarazzato.<br />penso di aver fatto qualcosa di sbagliato e mi giro verso l'americano.l'americano non si è accorto della lacrima.<br />mi giro verso il basso, il basso insiste a muovere e dondolare la testa,facendo perno sul suo collo allenato.<br />il mormone alto rimane colla sua borsetta a tracolla ancora per qualche secondo.<br />poi qualche piccolo meccanismo gli si riattiva dentro la sua animella e tutto torna come prima, immobile persino a se stesso.<br />"vuoi venire da noi?" dice il mormone.<br />"ci sono molte notizie che vorremo darti.<br />"guarda che io frequento dalle mie parti" non è vero,ma cerco di farmi rigido. (quando un amore finisce è così che ci si deve comportare, penso)<br />"santa romana cattolica?" sbofonchia lui.<br />ha nominato il nemico.<br />neanche ho bisogno di parlare; annuisco e basta.<br />lui si sente rassegnato, forse il suo lavoro oggi è inutile.<br />l'americano dice che dobbiamo andare, io non parlo ma penso "ah si!?"<br />il basso annuisce.<br />l'alto allora sfodera la sua ultima arma: i volantini.<br />all'americano consegna il volantino con l'immagine in bianco e nero del mormone tipico. zaino ,camicia e sorriso ambiguo.<br />a me consegna il volantino quello più agghicciante: mormone con occhiali da studioso, occhi puntati oltre il volantino chissà dove, sorriso a metà,interrotto e sfasciato sulla carta.<br />dicono in coro che ci vorrebbero vedere un giorno, giusto così per fare due chiacchiere.<br />si, diciamo noi.<br />ci salutiamo,ci stiamo dividendo.<br />è tutto un pò triste.<br />i mormoni spendono le gambe verso la fermata, andranno a parlare con qualcun altro.<br />noi dalla parte opposta.<br />io penso al mormone alto, alla sua lacrimuccia a mezz'aria e al suo badge infilato vicino al taschino della camicia.<br />il mormone mi stava simpatico, ma non lo dirò mai a nessuno.<br />ora non vedo più i mormoni, sono girato ,ecco perchè.<br />quando mi volto nuovamente i mormoni sono là, che già stanno parlando con qualcun altro e leggo il labiale del mormone alto "c'è una notizia che volevamo darti" dicono le sue labbra.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com30tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-73347560417361327982007-07-12T03:35:00.001+09:002007-07-12T12:10:50.217+09:00rakuten dori"spero sia una scelta stilistica,questa."<br />mi volto, con lentezza.<br />"è solo un taglio di capelli" stanco nel tono.<br />Allora scendiamo per la discesa, che dalle discese ci si può solo scendere.<br />Ci giriamo nelle strade a destra e sinistra.<br />"Questo?"<br />"non saprei"<br />hanno i prezzi fuori si fanno conscorrenza spietata.si abbassano e si alzano le tariffe,si fissano con aria di odio malato, alzano in aria forbici grosse così e si minacciano tra i rumori della città.<br />Hanno da insultarsi e da sfarsi.<br />Cambiano le offerte,aggiungono movimenti che dovrebbero valere il cambio di prezzo.<br />Sono confuso.<br />E' una strada affollata di barbieri, barbieri che camminano,barbieri he parlano, che si insultano e che ridono.<br />Insomma: barbieri che vivono.<br />fuori dalle porte ruotano i cilindri oclorati a strisce che si fanno seguire con gli occhi.<br />Mi ipnotizzo a guardarli.<br />"hai deciso?"<br />no ancora non ho deciso.<br />no, ripenso, non mi serve un salone di bellezza.<br />l'unico modo di sopravvivere qui sembra tenere più ai propri capelli che al proprio qualcos'altro.<br />tutti si toccano i capelli.<br />capelli toccai.<br />capelli smossi. capelli spostati. capelli alienati.<br />gli specchi sono stracarichi di persone ,di visi che si guardano i capelli e se li muovono.<br />capelli.<br />capelli.<br />"io poi vado da un'altra parte"<br />si lo so che vai da un'altra parte.<br />tutti qui vanno da un'altra parte.<br />han bisogno di farseli toccare i capelli, di farseli colorare, di smontarli e rimontarli.<br />"ma è l'unica cosa vostra che vi è rimasta?"<br />"cosa?" fa.<br />io pensavo ad alta voce.<br />"nulla" era che.<br />i capelli hanno perso la direzione.<br />abbiamo camminato molto.<br />e gli dico che a me in fondo non mi serve chissà che servizio.<br />solo un taglio.<br /><br />osaka champion costa solo 2000.<br />va bene osaka champion?<br />io neanche sto ascoltando,fisso una macchina cubo accanto all'entrata.<br />si guardano,si studiano, si spiegano come io voglio i capelli, si fanno così con le mani.<br />il barbiere (che ha le forbici in mano come tutti i barbieri) fa i versi insieme a lui, mi guardano,mi toccano i capelli, mi guardano male, sorridono tra loro.<br />poi mi guardano.<br />io torno a fissare la macchina-cubo.<br />"macchinacubo" dico io.<br />loro mi fanno cenno di sedere.<br />sul divano.<br />l'altro mi saluta e dice che si va a far tagliare,colorare, smuovere ,impostare, smontare.<br />io gli dico "ok".<br />dal divano non si vede nulla.<br />solo una scaffalatura e la testa del barbiere con i capelli sparati in direzioni sconosciute.<br />macchinacubo.penso.<br />sento le forbici.<br />poi si danno il cambio.<br />il barbiere giovane fa i massaggi.<br />sul collo,sulla testa, sbatte le mani, le accoppia, le stacca, smonta qualcosa.<br /><br />poi è il mio turno.<br />così,dico.<br />no,più corto,dico.<br />ci sorridiamo e cerchiamo di accordarci.<br />mi è gentile,mi smuove con così tanta delicatezza che quasi non mi accorgo che sto facendo tagliare i capelli.<br />quasi mi addormento.<br />mi taglia con precisione.<br />con attenzione.<br />con zelo,ecco.<br /><br />macchina cubo.<br />rimane lì fuori al vento.<br />"mi piace qui?"<br />si che mi piace.<br />"cosa mi paice di qui?"<br />la natura,dico io.<br />anche se non l'ho ancora vista,la natura di qui.<br />"più corti?"<br />più corti qui e qui.<br />sono segni di impressione.<br />ci adattiamo un pò, ci sorridiamo, mentre io ogni tanto mi volto verso la macchina cubo.<br />c'è un asciugamano caldo sulla mia testa, a sapere come ci è arrivato.<br />"gli chiedo se per me ci saranno i massaggi"<br />mi guardano e dicono "..."<br />io sono contento, anche se forse non ci siamo capiti.<br />sembrano tagliarmi i capelli e non smettere mai ,poi all'improvviso si danno il cambio.<br />ho la testa che si muove a ritmo, si sposta e dico "macchinacubo", poi le mani si accoppiano e io penso che forse mi paicerebbe morire così, con i massaggi in testa e con le mani che mi piacchiettano sulla nuca.<br />si danno nuovamente il cambio, si fanno i cenni per dire "prego" mentre io li guardo trallo specchio.<br />allora si muove la sedia.<br />che non me l'aspettavo<br />e mi ritrovo dall'altra parte.<br />cioè ho fatto un mezzo giro.<br />mezzo giro e poi un mezzo inclinarmi.<br />succede che mi vuole lavare i capelli, io sono contento.<br />mi accosta la testa, mi sposta l'asciugamano, mi accompagna con delicatezza.<br />poi sento l'acqua.che riempie la vaschetta sotto di me ,si riempie si riepmpie.<br />poi i capelli mi si bagnano.<br />mi sposta ancora, come fosse eterno 'sto spostarmi in giro ,nell'aria.<br />finisce sott'acqua,la nuca.<br />finiscono sott'acqua,i capelli.<br />finiscono sott'acqua,le orecchie.<br />finisce sott'acqua,tutto.<br />ho solo qualcosa che mi permette di respirare, per il resto sono tutto sott'acqua.<br />mi bagno tutto sott'acqua.<br />apro gli occhi, e l'acqua mi ci entra dentro.<br />ho gli occhi bagnati e fisso i movimenti incomprpensibili fuori dell'acqua.<br />si muove qualcosa lì fuori.<br />poi mi sento qualcosa di strano vicino.<br />è qualcosa di un pò più caldo , comese stessi piangendo dentro l'acqua.<br />allora forse sto piangendo nell'acqua.<br />che non so come si faccia, ma credo sia così.<br />e mentre forse sto piangendo o forse è qualche cosa di strano che mi stanno facendo ancora una volta cerco di capire quello che succede.<br />ripercorro.<br />la macchina cubo spero sia ancora lì fuori.<br />mentre ripercorro mi sento scaldare intorno.<br />mi sento scuotere intorno. da piccolo piansi quando non mi permisero di andare sulle montagne russe, troppo veloci, troppo pericolose, troppo tutto.<br />mi sento smuovermi come sulle montagne russe.<br />penso che sia l'effetto dell'acqua tutt'intorno.<br />come quando sto sul tram e sento "dendendendenden" e poi si scuote tutto e poi frena e si scuote ancora di più.<br /><br />mi tirano fuori dall'acqua.<br />il barbiere mi guarda,si avvicina fino quasi a sfiorarmi il viso.<br />"spero che sia una scelta stilistica"<br />cosa?<br />"il fatto che stai piangendo"<br />gli sto per saltare addosso.<br />poi lo guardo a bocca aperta,faccio una smorfia di dolore.<br />e decido di scappare.<br />urlo "macchinacuboooooooooo".susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-33280349801566302032007-06-22T23:42:00.001+09:002007-06-28T13:25:01.579+09:00tsukisamu-chuoE ora sono sottoterra.<br />Odori di cucine sotto terre scavate.<br />Si cammina sotterrati in mezzo ai negozi sottoterra.<br />Caffè, sottoterra, lunghi, preparati.<br />Mi dicono che faccia freddo quando sale la neve, qua.<br />Sottoterra ci si scalda, per ore a camminare.<br />Quando poi ti viene in mente di passare sopra, dove ci dovrebbe essere l'aria, vedi quei pochi esseri che sembrano dirti "io non sono sottoterra".<br />Sottoterra invece ci sono tutti.Un marketing sotterraneo che cambia le cose.Sopra sembra un piccolo brulicare di un luogo piccolo. Tutti invece sono sotto.<br />"Allora dov ci vediamo oggi?" "Incontriamoci sottoterra" di solito si dice da queste parti.<br />Sottoterra sono i discorsi,sottoterra si assa il tempo, sottoterra ci si innamora.<br />Ci si innamora tra un tavolino e un finestrone, a guardare le passeggiate degli altri in mezzo alla folla.Sembra qualcosa di ribaltato, che prima,quando tutti si parlavano delle passeggiate parigine, sopra la testa uno c'aveva il sole.<br />Ora hai il cemento.A volte lo guardi,il cemento.<br />Milioni miliardi che fissano il cemento perchè cercano il sole.<br />E non c'è sottoterra, gli si cerca di dire.<br />Passi i supermercati e i pesci, le carni e le verdure per andare a prendere la metropolitana, discendendo e discendendo, tra scale che si muovono e persone che si fermano.<br />Comprano la cena, lo snack, la bottiglia da bere, le cose da consumare.<br />Sono in serito nei negozi, incubato e pressato.<br />Immerso negli scaffali.Scaffali sottoterra, persone sottoterra,si sfasciano insieme e si guardano a turno.<br />Mi guardo con gli scaffali e ci chiediamo : "ci vogliamo bene noi due?" e gli scaffali non mi rispondono presi come sono a sorreggere il peso di questi giorni.<br />GLi dico, agli scaffali, che probabilmente tutto si aggiusterà e che non si devono preoccupare: "non vi stressate troppo" la butto là, ma loro in silenzio.<br />Però capisco che hanno alzato le spalle come a dire: "eh si eh, eh si già".<br />Continuo a sbattere contro scaffali di ogni tipo e razza scaffali su piani ,sotto le scale in mezzo alle scale scaffali che si mischiano tra di loro che i negozi non hanno confini e non hanno muri a diverli, si tocca di tutto e ogni volta qualcosa diverso.<br />Non c'è più confine e mi sfascio la testa su quanto cemento c'è sopra e sotto di me.<br />Io devo solo prendere la metro, mica comprare.<br />Che ci faccio con sta roba, che si mescola mescola mescola mescola.<br />Comincio a non vederci più.<br />Sono sfatto nel cemento e se mi guardo dall'alto manco so dove puntarmi o trovarmi.<br />Non servono satelliti,le persone sono scomparse ,sono sottoterra a comprare, no anzi, ad andare in metro.Gli scaffali sono anche dentro la metro, immersi nella metro.<br />Il guidatore urla i comandi ,accelera e decelera e nello stesso tempo lancia prodotti dal finestrino e fuori tutti che fanno la fila e corrono ad acchiapparli.<br />Si guardano felici, ma poi si guardano in cagnesco, si danno spallate e a volte qualcuno muore schiacciato sotto il treno. Il guuidatore non si ferma anzi accelera perchè quello è il suo lavoro.<br />Prodotti per la casa urla il guidatore mentre cambia la marcia al suo tono.Spinge il treno alla prossima stazione.<br />Gomme da masticare, urla un altro che non è il guidatore ma che sembra un semplice passeggero.<br />E le gomme da masticare riempiono il vagone.Tutti masticano.<br />Pentole e pentolini, urla un telefono cellulare di ultima generazione ma che sta dietro all'iphone.<br />Iphone, urla un altro e il guidatore esce infuriato e dice qualcosa sull' iphone.<br />Chi guida,diciamo tutti in coro.Il guidatore sorride ma non ci risponde.<br />Dice anche di smetterla con sto iphone e quando lo fa forse tocca il cuore o qualche ingranaggio del telefono e questo registra e poi si sfascia e si incanta entra in loop e: iphone, IPHONE, I-PHONE, Iphone, iPhone, <b><b>iPhone, i p h o n e , phoneii , ifon, aifon, iphone, <span style="font-family: trebuchet ms;">iphone, Iphone,<span style="font-family: times new roman;"> <span style="font-family: arial;"> <span style="font-family: verdana;">iiiiiiiiiPhone, iPhone,<br />I ph one , phone phone phone</span></span></span></span></b></b><span style="font-family: trebuchet ms;"><span style="font-family: times new roman;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-family: verdana;">, iPhone, i-Phone, iPhone, iPhone, iPhone,iPhone,iPhoneiPhone,iPhone<br /><br />il telefono non smette l'autista si guarda con tutti<span style="font-family: arial;"> noi e dichiara che non può più ma che soprattutto non ne può più dell' iPhone perchè.<br />Tutti stiamo guardando il cellulare e diciamo basta all'iPhone e allora il signore dice: "non è colpa mia". alziamo i nostri pugni al cielo e gli intimiamo di gettare fuori dal finestrino il suo cellulare, lui si rifiuta mentre il suo stupido coso continua a dire solamente:<br /><br />iPhone<br />iPhone<br />iPhone<br />iPhone<br />iPhone<br /><br />nessuno nel vagone e nei vagoni ne può più dell'iPhone.<br />"anche perchè costa troppo" urla un qualcuno tra la folla.<br />"si ,ma come ci si telefona con l'iPhone!?" e tutti crollano a ridere perchè hanno capito la battuta.<br />Il treno sferraglia, come tutti i treni fanno.<br />Ancora l'iPhone non è uscito e tutti lo hanno comprato.<br />I cani abbaiano nei vagoni,le luci vanno e vengono,entra aria calda dai finestrini aperti, penso a Paris Hilton scarcerata,alla guerra in Iraq, ai corpi che si fanno saltare in aria e poi diventano brandelli di carne sparsa tutt'intorno e a volte i cani se la mangiano, ai jingle pubblicitari,lo shuttle ha avuto problemi ,la base orbitante super-spaziale anch'essa problemi, lo shuttle mi ricorda quello fattosi a brandelli scintille in aria fuoco d'artificio nei cieli e poi brandelli infinitesimi di carne che svolazzarono fino a terra.<br /><br />Uno era ebreo, gli ebrei non tollerano la scomposizione in parti sparse del corpo del morto.<br />Probabile che per l'astronauta ebreo abbiamo costruito una grande bara a cielo aperto e lì l'abbiamo lasciata,misurando le distanze della caduta dei frammenti dello shuttle esploso.<br />Un grande loculo che era la terra ,ma chi lo poteva dire dove questi pezzi finirono, forse qualcuno volò ancora più in là trascinato dal vento e finito chissà.<br />I pezzi sparsi scomposti, persi.<br /><br />Gli scaffali i prodotti, i brandelli di prodotti.<br />Il guidatore lancia scatole di prodotti dal finestrino e questi si infrangono a terra ,fracassandosi e proiettandosi in giro per la banchina come corpi esplosi con cinture esplosive.<br /><br />L'iPhone ancora non c'è e tutti ne parlano, ne parlano ,ne parlano.<br />Le file ,i geek, le file, le splosioni.<br />Lo shuttle è ritornato sano e salvo, il secondo, non quello esploso, i russi hanno riparato i computer impazziti , si sono fatti i ringraziamenti dopo che hanno avuto paura di rischiare di tornare a essere polvere di stelle come i loro fratelli colleghi sparsi sul suolo della terra.<br /><br />Esco dalla metro, c'è un vento leggero. Qui si sta bene.<br />Mi arrampico su un albero, e lì rimango a guardare chi passa e loro non mi vedono.<br /></span></span></span></span></span>susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com43tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-72940355090607068672007-06-12T21:00:00.000+09:002007-06-14T00:47:20.449+09:00sapporo domeEntra l'orso nel campo.<br />Pedala a fatica spingendo sulle punte delle zampe e ruota la bicicletta intorno al campo.<br />Tutto verde.Tutto finto. Quando il campo è finto le ruote di una biciclett non pedalano bene. L'orso si affatica ma non lo vuole far vedere e allora continua a pedalare mentre la bicicletta sbanda e sbanda e sbanda.<br />Poi entra anche la tigre.<br />Poi entra una seconda tigre.<br />Da quassù una delle tigri è femmina, da laggiù anche lo è.<br />Allora le tigri sono entrate con bicilette. Ora ci sono tre biciclette che si muovono per il campo. Tutti e 40000 per due occhi si affaticano a cercare di inseguire le cose che le bestie fanno in mezz o al campo.<br />I giocatori ancora aspettano ,chiacchierano di qualche cosa e fanno gesti per capirsi meglio.Uno di loro mangia una banana e se ne sta in silenzio.<br />Ora le tre bestie mettono in scena una pantomima.Si fissano e fanno movimenti col corpo, fan finta di parlare tra loro, fan finta di mettersi d'accordo, fan finta di spiegarsi cosa stanno per mettere in pratica.<br />Noi tutti guardiamo le bestie che si preprano.<br />Allora entra una ragazza di quelle che fanno presenza a bordo campo.<br />La tigre femmina le porge un capo di una corda e poi la tirano, la tigre da una parte, la ragazza dall'altra.<br />Dall'altra estremità ci sono la tigre maschio e l'orso maschio.<br />Non capisco, dico in giro.Allora mi viene spiegato che faranno una gara per conquistarsi il bacio della tigre femmina. Ora va meglio, sono partecipe del tifo.<br />Inizio a tifare anche io e imito quello che gli altri fanno, ognuno di loro imitando il vicino e cercando di sincronizzarvisi.<br />Tutti battono e urlano. Battono sui loro bastoncini di plastica e lanciano slogan alle bestie.<br />Io li inseguo e lo faccio anche io.<br />Gattobase!Gattobase!Gattobase!<br />Ora ci sentiamo tutti immersi insieme alle bestie. Le squadre non fanno cenno di entrare in campo, anche perchè ora di più importante c'è la gara tra le bestie.<br />Lo stadio sopra è chiuso, il cileo non si vede, fa caldo e molti mangiano perchè è ora di avere fame.<br />Le bestie sono partite, lo slancio se lo sono dato,le ruote fan fatica a prendere e rotolare sul terreno finto.<br />Tutti incitano le ruote a muoversi, le bestie a spingere sui pedali.<br /><br />io gli dico, tra i rumori di plastiche e le urla , che non ci capisco nulla.<br />mi sorridono.<br />io smetto di sorridere.<br />allora mi offrono una frittata di cose strane con dentro altre cose strane e con sopra la maionese.<br />accetto.<br />e mangio.<br /><br />ora le squadre son lìnel campo e io non mi capacito di come si dovrebbe mangiare nel modo giusto.<br />cerco di essere educato.<br />passano tre ore.<br />e sono tre ore di battute, palle lanciate, urla di incitamento ,palle in aria che aspettano di cadere a terra e tutti si eccitano.<br />le palle vengono prese al volo.<br />io faccio finta di eccitarmi e di dire: GATTOBASE!<br />mi guardano soddisfatti.<br />Penso che forse il baseball è uno sport bello.<br />E che però dura troppo.<br />dico a chi mi sta vicino che il baseball è uno sport troppo bello e che dovrei vederlo più spesso e che anche a casa mia dovrebbero vederlo più spesso.<br />In realtà, forse penso, sto mentendo.<br />E' che, dico al mio vicino.<br />Lui annuisce come a dirmi "si hai ragione", io annuisco dicendogli " si ,si" e tutti e due siamo felici.<br />allora fissiamo insieme le fasi del gioco.<br />Da quel momento ricordiamo poco o nulla.<br />Entrambi.Lui fissa le orecchie sulla radio che ha attaccata al corpo (forse si autoascolta la partita mentre la gaurda con i propri occhi).<br />Io invece sono più genuino e seguo la partita in diretta.<br />Ora mi giro di nuovo e con forza urlo: "no,però guarda che questa partita."<br />Lui accenna un qualcosa,che forse sta per "si,si come no ".<br />Mi giro a sinistra e dico che mi sento un pò isolato.<br />Come risposta mi offrono un pò di okonokiyaki.<br />Io declino con gentilezza.<br />Questa partita ormai mi sembra troppo lunga.<br />Non fanno altro che ripetere sempre gli stesi movimenti, su e giù per il campo,senza neanche muoversi troppo.<br />Epperò tutti sono eccitati dai loro minimi movimenti.<br />Ad ogni spalla che muove l'aria ognuno urla a suo modo, anche io urlo per non sentirmi ad anni luce da loro.Tutti urliamo, ma nessuno capice cosa stiamo urlando.<br /><br />Ogni tanto le bestie tornano e fanno stacchetti per farci divertire.<br />E sono al centro dell'attenzione di 40000 esseri umani,e io dico che vorrei essere una di quelle bestie, rubargli il vestito e girarci in giro per la città.<br />In giro per la città con un vestito del genere.<br />Lo vorrei fare.<br />Poi mi guardo intorno.<br />C'è uno che batte su un tamburo e da il tempo a tutti.<br />Io sono fuori tempo.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com58tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-39163892833929960072007-06-03T20:24:00.001+09:002007-06-03T21:20:04.699+09:00chuoku doriseduto vicino all'aggeggio che se ti ci avvicini si attiva e inizia lenta lenta a scendere acqua, lo fisso ogni volta che fa (STOC), un qualche motore dentro parte e inizia il rumore lento.<br />ci si accalca pulendo bicchieri, piatti, piattini e poi si gettano foglietti di scontrini e tovaglioli.<br />poi si va via.<br />io li fisso. sono tutti lì a pulire e poi a gettare i piatti dentro un vascone pieno di altri piatti e poi pieno anche di acqua.<br />è tutto pieno.<br />i vassoi dove lasciare i bicchieri sono pieni, i vassoi dove lasciare le bacchette sono pieni, pieni i tavolini e piena anche la fila dove tutti si infilano per poi arrivare a vassoi pieni dove lasciare e depositare i resti del pranzo.<br />hanno tutti le pance piene, o almeno tra poco le avranno piene.<br />si guardano negli occhi pieni e molti parlano a voce alta e piena.<br /> finisco di raccogliere gli ultimi pezzi di riso, attaccati come sono alla curva della scodella.<br />li fisso uno per uno e dentro ognuno c'è qualcosa di pieno che ancora non decifro, mentre sto con la testa nella scodella rimangonon fuori rumori di fondo indistinti di cose e persone che sbattono e parlano e producono.<br />mi scompare in bocca in fretta l'ultimo chicco, che era quello che forse era più pieno di tutti dentro, poi mi riposo.<br />riposo le bacchette e riposo la scodella, riposo anche il bicchiere, che l'ho appena svuotato e poi l'ho riposato.<br />fisso il vassoio pieno di stoviglie ma vuoto di cose da mangiare.<br />mi sento pieno.<br />la fila si abbassa,diminuisce,si ritrae e si sfilaccia.<br />quando io ci arrivo siamo solo in tre, tutti di fronte alle cannelle dell'acqua, che appena ci hanno visto arrivare si sono riempite d'acqua e poi l'acqua ne è uscita.<br />aspetto che finiscano i due davanti a me.<br />fisso i gesti che fanno ,puliscono e scuotono,poggiano e lanciano, cercano spazio, mentre di là dal marchingegno una infila mani fino al gomito nell'acqua,che sta nel vascone, dove dentr al vascone ci sono scodelle,piatti ,piattini.<br /> mi ringrazia la rngrazia ,la ringrazio e poi mi ringrazio.<br />mi volto.<br />sento la macchina spegnersi,le cannule d'acuqa nell'aria smettere, il rumore fermarsi.<br />tutto torna calmo.<br />voglio l'acqua, mi dico.<br />mi fermo davanti all'altra macchina, quella che dentro deve avere una serpentina che gira intorno al serbatoio e fredda l'acqua.<br />l'acqua è sempre fredda.<br />raccolgo dal contenitore un bicchiere.<br />il contenitore dentro ha un meccanismo per far salire i contenitori di bicchieri.<br />appena il bicchiere è nelle mie mani, qualche stantuffo dentro, qualche ammortizzatore per contenitori di bicchieri perde l'equilibrio faticosamente conquistato e oscilla oscilla oscilla lento e basso.<br />i bicchieri dondolano al seguire il dentro del contenitore.<br />lo fisso e dondolo pure io dentro la testa.e quel dondolare dentro mi dondola in giro per la testa e anche per tutto il corpo.<br /> che io in questi giorni mi sento dondolare in giro.<br />mentre dondolo faccio scendere l'acqua nel bicchiere.<br />prendil il bicchiere, premi la maniglietta col bicchiere, l'acqua scende nel bicchiere.<br />il bicchiere si riempie mentre dentro la pancia della macchinetta dell'acqua fa improvvisa glogloglo. pressioni che sbazano e equilibri che si perdono, ancora una volta.<br />gorgogliare,gorgogliare, fa la macchina.<br />io mi ricordo e le dico: "ecco, vedi, ora si, eri tu che mi mancavi!".<br />dice solo: "gorgoglio"<br />c'ho pensato per giorni a chi mi mancasse, le dico.<br />e lei gorgogli.<br />le pareti fanno condensa con l'aria intorno, se la prendono, la freddano e poi l'acqua si aggrappa al metallo.<br />le dico: "stai facendo condensa".<br />lei silenziosa, poi dopo un gloglo improvviso.<br />le dico smettila di fare condensa, non ti fa stare bene.<br />(in realtà so che lo dico perchè è una cosa che non piace a me,penso di essere egoista,ma forse lei non se ne accorge)<br />si forma una fila dietro di me.<br />vogliono l'acqua anche loro.<br />io gli faccio segno di aspettare.<br />mentre aspettano intanto io non ho mai staccato la mano dal bicchiere e il bicchiere dalla maniglietta, l'acqua esce dal bicchiere, ormai colmo più di quanto possa essere colmo.<br />l'acqua fredda mi fa addormentare la mano.<br />le dico che ci sono altri che vogliono prendere dell'acqua,ma che io ho deciso che non gliela farò prendere.<br />lei non dice nulla,forse non approva.<br />"se non approvi ti capisco,sai?" faccio finta di voler discutere, di volersi capire.<br />in realtà no.<br />ora la fila è incredibile.<br />una fila mai vista.<br />in fila ci sono anche quelli che lavorano alla mensa, curiosi di avere un pò di acqua anche loro e curiosi di fissare me che parlo con lei ,che era quella che mi mancava.<br />dietro si fanno insistenti, mi dicono che vorrebbero prendere dell'acqua, ma io spiego loro che non possono più, perchè io non credevo ma mi ero ricordato che lei era chi mi mancava.<br />"ora che non mi manca più, ora che è qui a riempire lo spazio dove è appoggiata, voi non potete più servirvi da lei" faccio io , con sicumera rilassata.<br />"mi dispiace", poi aggiungo.<br />loro - la fila - ovviamente non sono d'accordo con me.<br />e me lo fanno sapere deformando volti e gesti, muovendo il corpo e spostando i pesi e gli equilibri che hanno dentro.<br />le dico: " non ti preoccupare, ora ti porto via di qui"<br />lei gorgoglia e poi fa glogloglo.<br /><br />senza aspettare che lei risponda oltre o si faccia capire meglio, decido per portarla via.<br />senza farmi preoccupare dalla fila la prendo sottobraccio e lento lento cerco di raggiungere l'uscita.<br />naturalmente l'acqua inizia a uscire da tutte le parti e io mi bagno la testa ,le scarpe, il bicchiere no so più dove è finito e la fila mentre si rende conto di quello che sto facendo decide unanime di non permettermi di liberarmi di loro.<br /><br /><br />in mezzo all'acqua gelida mi ricordo solo io che fisso il soffitto, sento freddo e tutti intorno che mi insultano.<br />non so lei dove sia finita, la cerco intorno ma non la trovo.<br />chiedo alla fila che ora non è più una fila ma un corpo misto di genti dove lei sia finita.<br />non mi rispondono e poi non ricordo più nulla.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com77tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-67363566210344705772007-05-20T00:28:00.001+09:002007-05-24T23:02:55.585+09:00hojikogi dori<span style="font-family:trebuchet ms;">oooops.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">faccio spazio tra le cose e mi posiziono dondolandomi fino in basso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">due tre passetti e mi aggiusto, mi immobilizzo incartandomi.poi faccio attenzione ai piedi e ai bordi.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"al centro mi annullo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">bisogna stare sui bordi,dove c'è turbolenza."</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">questo dice il jingle del centro commerciale mentre io rimango sospeso sul buco dove scompaiono le cose prodotte dalle persone.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">o forse l'ho pensato io mentre il jingle suonava.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono sospeso sul buco dove scompaiono le cose prodotte dalle persone.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">fisso la maniglia della porta, stabilisco un equilibrio improbabile tra me e il mondo che mi ruota intorno in questi ultimi minuti e poi mi fermo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">nei centimetri oltre la mia porta e il mio piccolo quadrato di spazio scalpicciano e pisciano in continuazione.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il jingle canta "fatevi avanti che noi siamo il meglio.il meglio del meglio. io sono te,tu sei me, e noi insieme siamo il meglio del meglio del meglio."</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">forse il jingle ha ragione,insieme siamo il meglio.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">una spinta e uno sforzo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">cerco di convincermi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io sono il meglio, il meglio del meglio.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ma il jingle mi ricorda che io da solo non sono il meglio del meglio, ma solo insieme siamo il meglio del meglio. dissento: "io da solo vorrei essere il meglio del meglio" dico ,penso e poi spingo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sforzo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io da solo.sforzo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ho detto prima "un momento, un momento e arrivo" invece sono qui dentro da anni.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">non mi ricordo neanche più quanti.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"in un momento finisco" credo di aver ripetuto mentre entravo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sforzo sforzo sforzo, come ieri sforzavo a mettere piedi uno di davanti all'altro, mentre percorrevo i piani dedicati alle club activities.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">c'è tutto un palazzo dove ci sono tutte club activities.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">qui si ricreano, si rilassano, si rigenerano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">fanno a gara a creare più attività diverse, tutte una sfumata dall'altra.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">poi le pubblicizzano sulle bacheche, fogli A4 infilati uno contro l'altro con in scritti slogan e disegnati pupazzi, orsacchiotti, occhioni grandi, sorrisi giganti, qua ovunque c'è sempre un pupazzo disegnato, pupazzi ovunque per pubblicizzare ogni cosa.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">abbiamo scelto una club activities in particolare.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">per provarla almeno una volta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">club activities sul nulla, in particolare.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il palazzo delle club activities è il più gettonato dell'intero complesso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">è il più affollato e il più ricercato.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ogni stanza,una club activities.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ogni porta un gruppo di persone diverse.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">entrano e escono ,si tolgono e si rimettono scarpe, si slautano e si prendono in giro, si scherzano e si fissano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">dovrebbero fare qulacosa all'interno delle stanze delle club activities.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">per esempio gestire le club activities e soddisfare i punti esposti sui fogli A4 riempiti di orsacchiotti.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">fuori dalla porta di alcune stanze ci sono cartelloni e disegni colorati che si schiantano con l'idea che ho dei venti anni.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sembrano cartoni animati o un posticipare i tempi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">entro dentro uno di questi cartelloni, anzi lo sorpasso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi fissano, sono stupiti di vedermi lì, anche perchè senza volerlo e senza poterci fare nulla sono diverso da loro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">si accendono quasi tutti tranne uno che dorme.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">poi sembra che vogliano dire qualcosa ma in realtà non sanno che dire.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono stipati dentro una stanza larga, con un tavolo al centro e divani intorno.scarpe ammonticchiate, scombinate che aspettano all'entrata.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi presento.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">loro storpiano il nome e sono gentili.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">non parliamo quasi mai.sono lì dentro da ore e li fisso tutti a turno.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sembrano non avere nulla da fare.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">cerco di chiedere dell'attivit che svolgono là dentro e con poca maestria virano tra i sassi spersi del non potermi spiegare, del potermi far capire.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io capisco solo che girano intorno alla questione.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e parlano si che vorrebbero, si che dovrebbero, mentre penso che allora il tempo che spendono qui a cosa serve?</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">a qualcosa? gli chiedo. si certo mi dice quello che si è autoincollato contro di sè il compito di fare da portavoce.agli altri non gliene frega nulla di quello che succede. però guardano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli chiedo cosa fanno qui dentro. il portavoce mi spiega che fanno quello che dice il foglio A4 che ho con me e che fanno quelo che il cartellone colorato di disegni dice che fanno.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli vorrei dire che non è vero, perchè non fanno nulla di lontanamente simile a quello che lui dice loro stanno facendo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono impauriti, forse.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">anche io sono impaurito.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre parlo mi metto camminare per il corridoio ,esco nuovamente fuori dalla stanza ealzo la voce ad ogni passo per farmi sentire da chi è rimasto dentro. infilo la testa in ogni porta aperta e dentro ogni porta e dentro ogni stanza non stanno facendo nulla, c'è chi dorme per terra sopra un materasso, chi accanto gioca ad un videogioco che scorre, chi cammina impegnato nella espressione che fa.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">c'è tutto lì dentro. ci sono tutti. rivedo facce che ho imparato a vedere mentre continuo ad alzare la voce per fare in modo che mi sentano ancora e ancora.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono in un corridoio infinito pieno di stanze infinite. neanche posso immaginare quante club activities ci siano lì, e neanche riesco a immaginare le cose che si fanno dentro le stanze oltre le porte.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">penso che mi manca qualcuno, qualcuno che non vedo da tempo, ma non riesco ora qui a far presa sul suo volto, non so chi mi manca.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre mi manca qualcuno cammino per il corridoio che non finisce e ripeto meccanico i movimenti del mio corpo che si infila nelle porte e guarda dentro le stanze.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">non c'è nessuno che sta facendo quello che pubblicizza di fare.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci sono i cellulari nele mani, vengono premuti e richiusi, riaperti e ripremuti, si fissano e si parlano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">giocano e dormono. parlano e entrano e escono dalle stanze e poi ritornano e si girano perchè chiamati, aprono finestre per fumare fuori il fumo,alzano la testa dal tavolo si passano fogli con appunti leggono riviste per sole donne o per soli uomini dove ci sono pubblicità per soli uomini o per sole donne, masticano gomme, si scambiano email sul telefono, discutono di cose varie assorti in qualcosa d'altro, parlano tra amiche, si chiamano tra le stanze, giustificano azioni,percorrono corridoi, si raccontano di ieri e di cosa domani, si fanno scherzi rapidi fatti di parole o anche di gesti, mi fissano, mi cercano, poi mi si dimenticano, a me manca qualcuno ma non so chi, si spostano di punto in punto, si salutano e forse se ne vanno a casa, non si baciano, si infilano le scarpe con movimento giustificato, si aggiustano i corpi e le giacche, le borse le riempiono, sfanno giù il torpore, dicono bye, si infilano nel corridoio, salutano con la mano al di là di altre porte di altre club activities, si organizzano per la sera, o forse per il fine settimana,prendono le bottiglie dalle borse, bevono un goccio del liquido dentro le bottiglie, poi ripongono, fanno giochi, fissano il muro, si stendono sui divani e socchiudono gli occhi quasi addormentandosi, hanno gli occhi semichiusi le guance morbide, prendono a schiaffi il divano per sistemarlo meglio, pensano a cose che io non so, parlano di biciclette parcheggiate qua sotto il palazzo, indicano un amico e parlano di lui.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ma non fanno nulla di quello che è scritto sui fogli A4 appesi alle bacheche come pubblicità.</span>susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com59tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-56435137989863775262007-05-18T18:30:00.000+09:002007-05-18T19:20:43.829+09:00max value dori<span style="font-family:trebuchet ms;">ANTEFATTO:</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">incontro l'americano per due volte al supermercato.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">la prima volta io sono in fila alla cassa, pieno di oggetti con cui riempire la mia casa contenitore.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui si scopre che stava dietro di me ma io non lo avevo nè sentito nè visto nè neanche notato.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi fa "che stai facendo?" io ho oggetti che mi riempiono tutto lo spazio visivo, oggetti nelle mani,oggetti tra i capelli, oggetti in ogni punto prensile del mio corpo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli vorrei dire "secondo te che faccio? sto leggendo." invece gli rispondo "fillin' my house" lui si mette a ridere attraverso i suoi occhietti a mandorla.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io non posso ridere,se rido cade tutto, oppure muoio.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'americano dagli occhietti a mandorla invece è riempito di un solo oggetto, il cuo contenitore porta oggetti è in sostanza vuoto e dentro di sè a solamente una sctolina di plastica trasparente che a su volta contiene solo tre rollini di riso i quali a loro volta dentro di loro hanno ognuno qualcosina di colorato.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">dice che la sua cena.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io penso a lui mentre mangia nel suo appartamento.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">tre rollini di riso con dentro qualcosa. mentre fa spalpebrare continuamente i suoi piccoli occhietti a mandorla. mentre è da solo sulla sua sedia mentre pensa a casa sua alla sua ragazza al suo campus universitario immaginando che magari mentre lui se ne rimane fermo lì a mangiare i tre rollini qualche squilibrato semi-americano impallina o fa a fette tutti quelli che conosce.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui non mi aspetta, l'americano. io devo pagare e poi riempire le buste.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui già è scomparso.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">la seconda volta io sono alla cassa.l'americano non l'ho visto manco 'stavolta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi fa "che stai facendo?" mi ripassa davanti tutto quanto.tutto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli dico che sto "comprando cose per la cena" mentre in realtà penso che sto comprando cose che mi basteranno per i prossimi dieci giorni.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli vorrei dire che non so come farò ad infilare tutte le cose che sto comprando dentro il frigorifero.gli vorrei dire che un frigorifero piccolo è un frigorifero triste.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ma lui già non mi ascolta più.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">guarda chissà dove.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">nel suo contenitore rosso che può contenere altri contenitori c'è solo qualcosa per la cena.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli occhi a mandorla dell'americano sono sempre gli stessi dell'altra volta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">non hanno cambiato nulla.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci potrei passare attraverso senza che lui se ne accorgesse.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ma la commessa mi chiama.una serie infinita di bip-bip-bip-bip-bip-bip.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">quando finisco di riempire le buste l'americano non c'è più.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">se ne è andato di nuovo lasciandomi solo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e pensare che ci sarei pure diventato amico.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">LA STORIA-</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">-di come l'americano decide di tornarsene a casa prima del tempo-</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'americano non lo vedo più da giorni.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">non si presenta più e vedo solo l'amico,l'altro americano che stava sempre sempre insieme all'americano dagli occhi a mandorla.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">provando un profondo odio per l'americano dagli occhi a mandorla, la curiosità nei suoi riguardi è ovviamente alle stelle.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ho atteso giorni, rigirandomi nel letto e chiedendomi della sorte dell'americano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e mi sogno l'americano in mezzo agli scaffali del supermercato che vola tra una scatola di gelati e una busta di germogli di soia, che si ingozza di rollini di alga e di frittura di polipo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">poi mi sveglio dopo i sogni sull'americano e la curiosità mi rimane.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mangio assorto nei pensieri dell'americano, e mi chiedo "che fine mai l'americano avrà fatto?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">oggi chiedo all'amico americano dell'americano dagli occhi a mandorla.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gliel'ho chiesto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'americano m'ha spiegato tutto riguardo all'amico americano dagli occhi a mandorla.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi ha risposto con tre frasi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"la sua laurea era in spagnolo e non in giapponese"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"sua madre è giapponese, voleva venire a cercare le sue radici o qualcosa del genere"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"ha pensato che stesse perdendo il suo tempo. se ne è tornato a casa"</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io mentre annuisco penso che le radici sono importanti, e mentre muovo in su e in giù la testa penso che forse all'americano con gli occhi a mandorla non gliene fregava un cazzo delle radici e faceva solo finta di cercarle.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ma all'americano amico dell'americano non glielo dico.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">poi penso che mica lo so dove si cercano le radici.</span>susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com34tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-65671836549192378632007-05-13T15:06:00.000+09:002007-05-15T11:01:41.269+09:00rokugokan dori<span style="font-family:trebuchet ms;">l'appuntamento, come mi ero già detto, è alle due.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sto facendo tardi per colpa del regalo all'interprete.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete è sempre lì in cima alle scale che mi guarda, mi osserva, ma forse non mi vede e non sa che sono per terrra seduto a fissare il nulla davanti a me.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">giro gli occhi verso l'insegna di lawson, unico faro che mi potrà dirigere.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"dirigermi dove?" mi ricordo di chiedermi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"l'appuntamento" penso di nuovo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"dirigermi all'appuntamento" ripasso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"dove è l'appuntamento?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"dove, dov'è?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"...che devo andare..."</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"...lawson..." penso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'inteprete è scomparso.l'avevo lasciato in cima alle scale e ora è scomparso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"dove" ripeto acora.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Una serie di parole, tutte affastellate, ma non trovo dove devo andare.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Ora sono di fronte a lawson.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ho inseguito l'insegna che si allontanava sempre.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">entro da lawson e quando sposto la maniglia e faccio ruotare la porta sul suo cardine sento "PLIMPLON".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi salutano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"PLIM PLON" faccio alla cassiera.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">La cassiera mi risponde con un altro "PLIM PLOM".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci sorridiamo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">le chiedo "PLIM PLOM, sa dove devo andare?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lei sorride, si inchina fino a scomparire dietro e sotto il bancone, io la seguo con gli occhi e poi col corpo, mi infilo anche io sotto il bancone vicino alla cassiera.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"Cassiera" ripeto "sai dove mi devo recare?".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">La cassiera sorride nella sua giacchetta a strisce bianche e azzurre che ora fanno qui e là su e giù per colpa del suo corpo che si mouve sorridendo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"Cassiera" di nuovo la chiamo "cazzo rispondimi" tutto gentile e sorridendo ai suoi sorrisi esterno io.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">la cassiera ci pensa e fa "appuntamento" "palazzo" "inglese" "tradurre".</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Sono davanti al palazzo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Otto piani di palazzo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">La cassiera credo stia ancora dietro e sotto il bancone a ripetere "appuntamento-palazzo-inglese-tradurre".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'ho salutata dicendole "PLIMPLOM".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lei mi ha detto "PLIMPLOM".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Sono di fronte al palazzo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e mi ripasso i piani finestra per finestra.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">c'è il primo, c'è il secondo,c'è il terzo e poi conto fino all'ottavo.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Sono davanti all'ascensore.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci sono tutti segni strani, cose da premere, e parole da leggere.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci sono numeri e numeri dentro riquadri che posso premere.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono confuso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">premo a caso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'ascensore parte per un piano che non so quale sia.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'ascensore si apre, io esco e sono sopra un pavimento soffice dove i piedi fanno spuf spuf spuf spuf.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono davanti ad una porta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">busso sulla porta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">apro uno spiraglio e sento qualcuno che mugugna qualcosa che sta per "entra" oppure ha mugugnato qualcosa come "entra ma aspetta un attimo".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">allora mi fermo e sono in mezzo alla porta. un pò dentro e un pò fuori, così sembra che sto aspettando o forse che sto entrando.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">dipende per quanto mi fissano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">se per esempio qualcuno mi vedesse lì e mi fissasse per un solo secondo darei l'impressione di un essere umano che sta entrando, mentre se qualcuno mi fissasse per più di tre secondi di sicuro sembrerei un tizio che sta aspettando.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">invece in realtà sono uno che non sta facendo nulla.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">penso questo e mi sono venuti a recuperare sulla soglia.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'uomo con gli occhiali mi dice "benvenuto in questo nulla".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io dico grazie.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"qui come vedi ci sono i non-armadi e qui la non-scarpiera" mi fa l'uomo con gli occhiali.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io li osservo e annuisco, perchè tanto non lo capisco.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">giriamo intorno a un altro non-scaffale gigante, o forse è un'altra non-libreria, ma non so di preciso cosa è, perchè il nulla è difficile da descrivere.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">dall'altra parte ci sono dei non-computer sopra un non-tavolo e poi c'è una non-cinese che si volta verso di me e senza nessuna espressione mi saluta, ma senza dire una parola.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">la non-cinese torna a fare il suo non-lavoro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"cosa non dovrò fare?" penso mentre l'uomo con gli occhiali mi fa segno di sedermi su una non-sedia e inizia a non-parlare.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli dico se per fevore può parlare in una lingua specifica.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui mi ignora e parla in quella che più gli sta a genio.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">rimango a bocca a perta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ripeto che mi servirebbe che lui parlasse in una lingua specifica.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui mi ignora.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">parla in quella che gli è più congeniale.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">la cinese si volta e gli spiega che io non capisco.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui capisce ora.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">si illumina e si scusa,sorride, ma io non lo faccio.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">c'è un sito su un computer che sta apparendo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci sono bandierine che sventolano colori accostati uno vicino all'altro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sento il nulla tutto intorno alla mia testa.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">i colori dell'html sparati a caso sul monitr, le bandierine delle nazioni che sventolano a vuoto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi indica lento ogni bandiera, passandoci sopra con la punta del puntatore del mouse.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ogni volta che ci passa sopra, dichiara ad alta voce il nome della nazione, a volte clicca sul nome della nazione e sembra felice di rendermi partecipe di quel lavoro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"conosce qualche eminente giurista?" mi chiede.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io penso ai salmoni.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli rispondo "no,assolutamente".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">perlomeno i salmoni lottano per andare a morire in un posto migliore. penso che i salmoni sono una specie molto adatta alle metafore.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">la cinese sembra assorta nel nulla del suo monitor che non riesco a vedere.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'uomo con gli occhiali sembra parlare al sito web e gli dichiara una ad una le pagine.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">scorrono caratteri sulla pagina del browser.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui mi chiede "preferisci stare qui ogni tanto oppure rimanere a casa".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">faccio fatica a rispondere.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"casa" dico solamente.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi sento risollevato.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli ho detto "casa".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui parla dei problemi del mondo e dei casi di tremenda ingiustizia che lo affliggono.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io sono d'accordo, ma non glielo faccio capire.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"forse se sto fermo e fingo di essere morto lui se ne va" penso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lo faccio. sto fermo e fingo di essere morto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sto fermo e fingo di essere morto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sembra funzionare. l'uomo con gli occhiali si blocca, entra in stallo, poi si gira verso la cinese e inizia a parlare. </span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">escono delle pagine copiate dalla stampante, lui si disamora di me e va a controllare il risultato.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">le pagine sono stampate male e lui fa espressioni tipo "non capisco cosa stia succedendo", io sono fermo e mi sembro morto a me stesso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui ritenta, clicca con lentezza il mouse due passetti lenti alla volta raggiunge l'icona, l'icona immobile lì pronta a stampare documenti si sente zwyzwyzwyzwy il rumore della stampante e i fogli che flushflushflush escono stampati a metà, inchiostro sparso intorno al foglio ,parole rotte e smangiucchiate.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ormai è concentrato sulla stampante,discute con la cinese che cosa stia succedendo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io riesco a muovermi nonostante sia morto e piano lento mi striscio tutto il corpo fino alla porta. li sento discutere di pagine di stampante inchiostri e bandiere di nazioni sul web.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sposto la porta,la apro un pochino, mi infilo fingendo ancora di essere morto, se mi vedessero ora sembrerei uno morto per colpa di una porta chiusa dal vento.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono fuori , sul pavimento morbido di tappeto,non li sento più e saltello via come un salmone su per un ruscello,metafora sfatta e infinita infinita infinita infinita infinita</span>susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com35tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-13896476233933432662007-05-12T21:11:00.000+09:002007-05-15T11:05:12.502+09:00ososhiku dorisono abbracciato ad un cesso e volo col cesso.<br />mi sono risvegliato così, abbracciato al cesso.<br />niente interpreti, niente mostri, niente peperoni e melanzane minuscole al supermercato.<br /><br />sto volando forse da ore. non so.<br />me ne sono finito in bagno,tutto sfiancato, e forse lì mi sono addormentato.<br /><br />e ora mi risveglio che volo abbracciato al cesso.<br /><br />guardo l'orologio.<br />è mezzogiorno.<br />mentre volo con l'aria che mi muove il viso mi ricordo che non posso volare insieme al cesso per troppo tempo.<br />alle due ho un apputamento.<br /><br />mi riacciuffano dal basso in qualche modo.<br />io non vorrei andare,ma piano piano mi tirano giù e piano piano mi tolgono dall'abbraccio del cesso.<br />non volo più.<br />sto pensando che non è giusto.<br /><br />mi tolgo il kimono che indosso e mi vesto.<br />il kimono lo piego, in quattro parti, lo stiro con le mani, faccio combaciare le pieghe e le righe sul kimono.<br />lo ripongo. dentro.<br /><br />alle due ho un appuntamento e stavolta niente interpreti e niente accompagnatori.<br /><br />per esempio andrò solo.<br />mangio konyaku a fette grosse come una casa.lo mangio e non parlo.<br />mentre lo mangio la casa si muove e fa dudududdududududuudud.<br />il konyaku mi si muove in pancia e fa scuoschsucohscuochscuochscuochscuoch.<br /><br />penso che preferivo volare col cesso.<br /><br />esco da casa che ancora si muove.<br />sulle scale incontro il secondo interprete che torna da un posto.<br />gli chiedo da che posto.<br />lui dice : "un posto".<br />io lo ringrazio per tutto quello che ha fatto fin'ora per me,che è stato gentile e che mi ha salvato la vita in molteplici occasioni.<br />lui dice: "sono contento". ma lo dice senza sorridere.<br />io gli dico che gli voglio fare un regalo per dimostrargli la mia gratitudine.<br />dice che non è necessario.<br />io insisto.<br />lui insiste.<br />insisto di nuovo.<br />lui insiste insieme a me.<br />dico che insisto più io e lui mi guarda come a dire "devo entrare".<br />insisto ancora.<br />lui anche insiste,ma di meno.<br />"aspetta qui" io corro per le scale e vado a prendergli un regalo.<br />gli voglio regalare un pò di neve.<br />lui non sa che io gli regalerò un pò di neve.<br />mi aspetta in cima alle scale e non si muove.<br /><br />giro un angolo, ne giro un altro, poi giù per una strada in discesa, poi giro un altro angolo, corro sotto una scala di un cubo di cemento dove so che ieri c'era ancora poco sole anzi niente.<br />oggi anche non c'è.<br />il sole.<br />c'è un cumulo di neve ghiaciata,nera e dura.<br />ne spacco un pezzo con un calcio, prendo il pezzo che sono riuscito a staccare e infilo il pezzo di ghiaccio in tasca.<br />corro indietro verso le scale dove in cima sta immobile l'interprete.<br />lui sta sempre là,in cima alla scala.<br />mi guarda.<br />mi fissa.<br />lo fisso anch'io, lo guardo anch'io.<br />urlo " ho il regalo!". mi guarda attraverso.<br /><br />io salgo le scale di corsa e arrivo davanti ai suoi occhi pieno di fiatone.<br />lui dice che non dovevo disturbarmi,io invece sono contento di poter dimostrare la mia gratitudine.<br /><br />"non crederai ai tuoi occhi". cerco di creare un pò di suspence con questa frase.<br />lui non è impressionato.<br />è più potente di Vasco Rossi questo regalo.<br />lui non capisce perchè non conosce Vasco Rossi.<br />infilo la mano in tasca e cambio espressione del viso.<br />il pezzo di ghiaccio non c'è più.<br /><br />lo cerco con tutte le dita.<br />le rovisto nella tasca.<br />non sento nessun pezzo di ghiaccio.<br />il pezzo di ghiaccio è partito.<br />"ghiaccio" dico.<br />l'interprete si risveglia e crede che stia dicendo a lui.<br />"no,non a te. Aspetta un attimo" scendo di corsa e mi metto a cercare il pezzo di ghiaccio.<br />lo chiamo per la strada e l'interprete mi fissa e forse pensa che sto male.<br />"ghiacciooooooo" urlo per la strada. "ghiaaaaaaaaacciooooooooo" tutti si affacciano per vedere me che urlo "ghiaaaaaaacciooooooooo".<br />ghiaccio non c'è più e mi dico che sono uno stupido.<br />ora l'interprete penserà che non gli sono molto grato.<br />"ghiaaaaaaacciooooooooo" ghiaccio non c'è. io mi siedo per terra.<br />sono stufo di cercare ghiaccio.<br />mi tocco la tasca tutta bagnata.<br /><br />fisso un punto più in là.<br />poi parte un jingle. da qualche parte.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-60298097363713319482007-05-05T10:01:00.000+09:002007-05-15T11:11:07.555+09:00ruben mae<span style="font-family:trebuchet ms;">interprete (sempre il secondo) : "non è buono camminare con questa pioggia.prendiamo un taxi".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">me: "uh".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">interprete già vicino al taxi :" prendiamo questo, tanto ci viene a costare poco".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">me:" uh".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">interprete: " siamo nel taxi, ora."</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">me: "già".</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il taxi mentre cammina fa schschschschsch con le ruote che bagnano l'acqua di altra acqua.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">cè il pizzo dentro, come nelle vecchie case delle nonne che avevano i centrini al centro dei tavoli e a forza di fissarli,tutti orli e buchetti, uno si chiedeva come cavolo era possibile che la tua nonna l'avesse prodotto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e ricercavo le trame ,tentando di seguire il filo del discorso all'interno del centrino.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il taxi fa schschschschschsch sulla strada bagnata e io dico all'interprete: "la portiera si apre da sola, visto? "</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui alza le spalle e mi guarda come a dire: " da dove provieni tu?".</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">penso che a volte l'interprete mi dovrebbe essere più amico ,ma non glielo dico.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">penso pure che a volte l'interprete mi è più nemico che amico.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il taxi fa schschschschsch.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"tassista" sono io ad aprire la bocca :" tu conosci nashikama nika?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete mi tocca il braccio,per farmi capire che ho sbagliato lo spelling.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"scusa tassista, intendevo namikasa mishima" l'interprete mi stringe forte il braccio, quasi mi fa male.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ho sbagliato di nuovo.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il tassista sembra immobile, di sicuro si attiverà solo dopo aver fatto il giusto spelling.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"tassista, scusa ancora la mia ignoranza,non riesco a darti il giusto spelling alle parole, ritento, tassista,aspetta,ok?"</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il tassista aspetta. (mentre guida).</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"tassista,conosci per caso nakashima mika?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">stavolta sono sicuro, l'ho detto bene.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">dunque a questo punto, il tassista si attiva. come previsto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e fa: " nakashimamika,nakashima mika, nakashima mika, nakashima mika, nakashima mika, nakashima mika."</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">" si, proprio lei" dico io.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete dice di non conoscerla, lui ascolta solo il metal di band giapponesi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io no.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il tassista dice invece di conoscerla bene, che anzi è un suo fan, ma che un suo fan, un suo stalker, la segue con il tassì e col tassì è andato ad ogni suo concerto.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ha le foto e ce le vuole mostrare.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il tassista è senza esperssione mentre apre un cofanetto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">dentro solo fotografie di nakashima mika, bigliettini da visita di nakashima mika, biscotti prodotti da nakashima mika, spillette con scritto "nakashima mika" e tante altre cose che hanno dentro di esse l'aura di nakashima mika.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"è una bella ragazza, vero tassista?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui è contento che io abbia detto che nakshima mika è una bella ragazza, annuisce felice senza guardarmi.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui parla di nakashima mika e racconta la vita di nakashima mika.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">racconta della sua infanzia,di cosa faceva da piccola, di dove abitava e cosa diceva.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il racconto sta durando da ore.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre noi facciamo schschschschschschsch col tassì in mezzo al brutto tempo di stasera.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete sembra su un altro pianeta, starà pensando ad una sua band metal mentre io penso prima a nakashima mika e cerco di ricordarmi il viso di lei che però non ricordo, poi passo a controllare ogni cubo di cemento prefabbricato che mi passa a lato del finestrino.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono giorni di cubi di cemento, penso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli occhi mi si iniziano ad abituare ai cubi di cemento che sembrano lanciati dall'alto lì dove sono.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il tassista parla dei primi amori di nakashima mika e io penso ai cubi di cemento dove dentro ci sono famiglie che passano il tempo in mezzo a questo tempo brutto di stasera.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">i fili della luce sono sospesi in aria e formano intrecci difficili da seguire.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono miliardi di fili, più dei cubi di cemento, più dei karaoke e dei negozi da cento yen.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">nakashima mika è all'high school mentre io mi ripasso con calma i jingle di BESTo e di yodobashi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ma preferisco quello di Bic camera.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">domani me li scrivo da qualche parte parte.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">nakashima mika ha già fatto l'amore e la prima volta non le è piaciuto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">le ha fatto un pò male.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e come si vestono le ragazze qua.miliardi di ragazze con la minigonna e le calze calzettoni fino a sopra il ginocchio ,tutte che traballano e sembrano stiano per morire crollare da sopra i tacchi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">nakashima mika ha fatto l'amore la seconda volta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">questa volta le è piaciuto un pò di più.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ancora non ha avuto un orgasmo,dice il tassista, però le è piaciuto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">i cubi sono grigi,grigetti,neri, nerozzi, sono un pò cubi irregolari, quasi tutti senza tetto ,alcuni con un piccolo tetto che sembra lì messo a caso a imitazione di altre architetture.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">tutti quei cubi di cemento sembrano contenitori che contengono cose.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi piacciono i contenitori che contengono.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">oggi prima che iniziasse a piovere ho comprato cinque nuovi contenitori.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">borse.zaini, tracolle, piccole borsette alla vita,scatole. ho molte cose da mettere nei contenitori.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">nakashima mika ha un fidanzato che la picchia , il tassista è triste.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">nakashima mika è nata nell'83.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"tassista, lo interrompo" voi avete avuto il terrorismo qua?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il tassista non capisce.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">soprattutto lui stava parlando di nakashima mika, non del terrorismo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui ci pensa un pò su che si deve togliere dalla mente per un attimo nakashima mika, e poi dice: "umhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io gli dico : "embhè?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui :" aum shinrikyo" e basta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">siamo silenziosi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il tassista guardando nel buio di fronte mi chiede: "anche da voi terrorismo?" </span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e ci penso e dico :" tempo fa"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"come aum shinrikyo?"</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">penso anche a questo. "un pò diverso" poi dico. "senza gas". aggiungo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il tassista annuisce.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono ore che siamo in macchina.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">coll'autobus ci vogliono sette minuti.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete sembra non esserci.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">è perso nel nulla.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">si attiva solo quando deve farmi da interprete.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io e i cubi siamo una cosa sola. e ci fissiamo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il tassista, senza che nessuno glielo abbia chiesto, riparte con la storia della vita di nakashima mika.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ma purtroppo siamo arrivati. </span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">si interrompe e la porta si apre lentamente, non di scatto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">dolce dolce. ed entra l'aria.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">saluto il tassista e lui mi saluta anche.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"spero che non ci sia mai aum shinrikyo da te" dice a me.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io dico che lo spero anche io.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">paghiamo e poi camminiamo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">"lo vuoi un key coffee?" </span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete non risponde.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">è assorto.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre compro il key coffee sento solo il ronzio del frigorifero e quando pago parte l'ennesima cantilena della commessa.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">le dico che non c'è bisogno che si senta in colpa. nella mia lingua.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lei sorride ma sembra non capire.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">non hai fatto nulla di male, poi le aggiungo sempre nella mia lingua.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lei sorride ancora e si scusa.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">esco e penso alla montagnola di neve di fronte casa che lentamente diventa sempre più piccola.</span>susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com31tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-72093928231292049122007-04-30T13:32:00.000+09:002007-05-15T11:15:30.585+09:00PARCOl'appuntamento mi viene dato di fronte a starbucks.<br />io lo giro starbucks, davanti e didietro.<br />in vetrina,di fronte, è pieno di giovani in divisa che urlano.<br />striscioni e cassette ,urlano che forse desiderano dei soldi.<br />le ragazze cercano di fermare persone per strada.<br />il performer mi ha dato appuntamento per le due.<br />cerco l'entrata di starbucks, probabilmente starbucks non ha entrate.<br />quando lo vedo - al performer - lo fermo toccandolo con una mano - gentilmente.<br />indossa - come aveva detto - la maglia giallo oro del brasile.<br />ci salutiamo e mentre ci incamminiamo ci diciamo cose che forse entrambi non capiamo.<br />ma sorridiamo.<br />siamo in fila , di già, e da ore.<br />io scelgo un frappascimmappuscino.<br />cerco di far bene lo spelling, poi sono costretto ad indicarlo al performer.<br />lui fa tutto per me,mi accudisce.<br />siamo seduti con il vassoio, e mentre parliamo io sbaglio.<br />faccio per prendere la cosa ordinata da lui e mi accorgo che la mia ancora non è arrivata.<br />gli spiego che sono giorni che continuo a fare le cose sbagliate e che qua mi sembra sempre di essere sull'orlo dell'errore.<br />ogni cosa non so se sia quella giusta, e ogni mio gesto potrebbe essere irreparabile.<br />gli dico anche che sto riflettendo su una soluzione drastica, quella di rimanere immobile e di respirare soltanto.<br />potrebbe essere una soluzione, mi dice lui seriamente.<br />guardiamo fuori dalla vetrina e parliamo per ore di quelle cose che camminano sul marciapiede.<br />mi chiede curioso di quello e quell'altro, e io cerco di spiegargli che sono ancora in uno stato confusionario, che per strada continuo a girarmi e rigirarmi ,perchè ancora non mi sono abituato a vedere quello che i miei occhi vedono.<br />"tu, performer, gli faccio, sembri una persona normale."<br />lui mi guarda e cerca di dire qualcosa, fa alcune smofie con la bocca e poi fa segno di aspettare, si scusa due volte e tira fuori dalla sua borsa un vocabolario a mano e non elettronico.<br />sfoglia mentre io sto con gli occhi sulla strada e fisso i ragazzi che si inchinano e cercano di farsi afferrare i volantini.<br />nessuno li afferra. tutti vanno avanti.<br />i ragazzi continuano ad inchinarsi per ore.<br />"ah...produce.." fa il performer.<br />io lo guardo strano.<br />lui ripete "produce"<br />io io dico "produceR?" lui annuisce.<br />allora ho sbagliato.<br />vuole essere chiamato producer.<br />lo accontento.<br />da ora in avanti lo chiamerò produceR.<br />parliamo per ore, che il cielo cambia e la luce si sposta.<br />anche i clienti cambiano; di starbucks.<br />discutiamo degli hikikomori fino a non sapere più cose dire, poi lui dice che adora gli otaku (ma lui non lo è,è chiaro).<br />quando parliamo ogni tanto si blocca ,si scusa, e cerca qualche parola sul vocabolario.<br />poi me le mostra, per essere sicuro che siamo sullo stesso mare di parole.<br />una volta mette il dito su "perspective" un altro su "relationship".<br />dopo il dito sta su "representative".<br />si va avanti così.<br /><br />ora siamo fuori. per strada. siamo andati a recuperare la sua bicicletta.<br />è in fila vicino a tante altre biciclette, tutte uguali.<br />su ogni bicicletta c'è un foglietto di carta.<br />lo indica e mi fa "caution" e io continuo a guardarlo.<br />"caution" mi fa. e poi insiste "cautioncautioncautioncautioncautioncautioncautioncaution"<br />io capisco.<br />e gli chiedo "money?" lui mi fa "no".<br />"quindi ti avvertono solamente" .<br />"si ,ti dicono che non hai fatto una cosa buona"<br />parcheggiare lì ,insomma, non è una cosa buona.<br /><br />nella giornata facciamo moltre altre cose.<br />siamo in un grande negozio di manga.<br />siamo in un magazzino di cose di seconda mano.<br />siamo vicino al capolinea del tram.<br />siamo sotto la torre della tv.<br />siamo in un bar ricavato tra due cubi di cemento, tutto stretto e raccolto.<br />siamo in molti posti ,insomma, io e il producer.<br /><br /><br />quando torno a casa rallento il passo e fisso la piccola montagnola di neve ghiacciata e nera che se ne sta di fronte a casa mia.<br />mi fissa ogni volta che torno. e non se ne va.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-25416031605121320172007-04-26T12:58:00.000+09:002007-05-15T11:26:02.061+09:00lindenla prima cosa che vedo - come un imprinting che ogni mattina si ripete - è il viso del secondo interprete deformato dal mio sonno.<br />gli chiedo - come hai fatto ad entrare? -<br />- andiamo - mi risponde lui.<br />- dove - gli chiedo?<br />- a fare delle cose, no? - lui senza neanche guardarmi.<br />io ancora sono vestito da notte.<br />mi spoglio e mi rivesto che non ho tempo di fare nulla.<br />il secondo interprete è già sulla porta.<br />esco dalla stanza ancora tutto slacciato - il cervello, soprattutto - .<br />il secondo interprete è scmparso. lo cerco. è già sulla soglia di fronte alla scarpiera, che mi aspetta.<br />- aspetta un attimo - gli dico.<br />appena finisco lui apre la porta ed esce.<br />non mi vuole aspettare ,si vede.<br /><br />- è proprio una bella giornata - mi fa lui per strada.<br />si è una bella giornata, ma io vorrei evitare di parlare, almeno per un altro pò.<br />camminiamo per la strada.<br />l'interprete mi sta portando da qualche parte ma io non ho ancora capito dove, anche se lui continua a ripetere che ci si deve sbrigare perchè altrimenti si fa tardi.<br />l'interprete parla e dice delle cose.<br />io annuisco e rispondo.<br />l'interprete fa altre domande e io ,sempre ragionando prima, rispondo.<br />dico la mia e lui fa domande.<br />poi sto per dire la mia, e lui fa altre domande.<br />io rispondo.<br />così per venti minuti, tra le strade e il traffico.<br />mi dice che la giornata è lunga.<br />io annuisco senza rispondere.<br />- questa è una scuola - mi fa.<br />- a casa mia le scuole sono sporche, qui molto pulite -.<br />- eh già - è quello che rispondo.<br />sono perso negli uffici, oggi.<br />impiegati parlano e clienti ascoltano e poi chiedono.<br />noi chiediamo (l'interprete chiede per me) e poi ci rispondono.<br /><br />neanche chiedo spiegazioni all'interprete, anzi, dopo un pò neanche scrivo più, è più facile se l'interprete fa tutto per me, mia estensione, mio riflesso parlante.<br /><br />dopo ore di silenzio (ma l'interprete intanto parlava con gli altri, ma non con me)<br />una frase:<br />- alle 5 c'è l'incontro. -<br />-che incontro? - finalmente io parlo.<br />- quello di benvenuto, per i nuovi arrivati -<br />cado dal cielo e mi schianto per terra.<br />forse da qualche parte mi era stato detto.<br />forse qualcuno, qualche giorno fa, mi aveva avvertito della cosa, dell'evento, insomma dell'incontro.<br />non ci voglio andare. dico io.<br />ci devi andare, dice l'interprete.<br />io NON ci voglio andare ,ripeto con aria che potrebbe anche sembrare cattiva.<br />tu ci devi andare. risponde senza modificare espressioni, l'interprete.<br /><br />poi ci pensa e cambia: - se non ti va, puoi anche non andarci - e alza le spalle per disprezzarmi.<br />allora è chiaro, ci devo andare.<br /><br />ora qui c'è un vuoto.<br />io non mi ricordo cosa è successo dalle 4 alle 5 ,comunque mi sono ritrovato nel mezzo.<br />tra le persone.<br />tutti sorridono.<br />e ci sono tutti.<br />quello dell'ufficio internazionale.<br />quella della cooperativa.<br />quello che qui fa i discorsi introduttivi e quindi dovrebbe essere uno che sopra di sè non ha nessuno.<br />c'era anche quell'altro, quello che ricordo di aver visto ,ma non ricordo esattamente dove.<br />mi salutano. io saluto sorridendo.<br />mi sono simpatici e sono vestiti bene, penso.<br />c'è la folla.<br />tutti devono indossare il loro badge con nome scritto e trascritto.<br />così tutti si possono avvicinare, abbassare la testa, e tentare di leggere (con un pessimo accento) il tuo nome.<br />in effetti lo fanno tutti.<br />c'è un momento in cui nessuno parla.<br />tutti sono avvinghiati in una catena di sguardi fissi sui badge, tutti che controllano il nome di un altro, tutti che lo sbagliano e che non si rendono conto della schifezza che fanno uscire dalle labbra.<br />io mi sottopongo, col petto in fuori e il sorriso in viso, e spiego che no, la "l" non c'entra proprio un cazzo (glielo dico, uso proprio le parolcce) che "ru" in realtà da me a casa mia non si dice e che per esempio lì di lettere ce ne vanno due e che fanno più o meno questo suono "...".<br />mi guardano come avessero visto un morto.<br />quando mi chiedono se hanno detto bene ,rispondo sempre con "si, stronzo" e sorrido.<br />così per venti minuti.<br />alcuni tentano anche timidi approcci di conoscenza reciproca.<br />mi chiedono che musica ascolto. "tutta" rispondo io.<br />che film mi piacciono. "la commedia trash italiana" dichiaro.<br />"interesting?" dicono loro. mi raccolgo per un momento e poi col volto duro e serio: "molto".<br />iniziano i discorsi mentre camerieri di corsa riempiono e incastrano tavoli, tolgono plastiche protettive e dispongono oggetti da mangiare. bottiglie di acqua di bibite di birre fanno rumore sopra i tavoli, ogni tavolo è dedicato ad un diverso tipo di persone.<br /><br />io faccio parte di queste persone qua: 留学生 .<br /><br />tutti si avvicinano ai tavoli, nessuno rispettando le giuste distinzioni.<br />tutti mentre mangiano cercano anche di parlare.<br />io non riesco a fare le cose insieme.<br />ci provo, gli altri sono esigenti e pretendono che io lo faccia.<br />mentre parlo inizio a bere.<br /><br />poi succede l'imprevisto, a metà del rinfresco qualcuno sale sul palco per un altro discorso, l'ennesimo.<br />l'interprete mi dice: "devi andare sul palco".<br />"cosa" io mentre in bocca ho due pezzi di riso.<br />"no, non se ne parla".<br />" sei obbligato" se ne esce l'interprete.<br />forse l'interprete è il mio nemico, forse è solo un falso aiutante.<br />"no, non voglio" ripeto.<br />"come ti pare, puoi anche non andare" e alza le spalle in segno di disprezzo.<br />allora è chiaro che sono obbligato.<br /><br />siamo tutti in fila, io già vedo tutto quasi confuso e non so che dire.<br />parlano ognuno con un accento differente.<br />a me gli accenti mi si mescolano in testa e mi sembra di essere in malesia.<br />poi guardo uno accanto a me e gli chiedo se è taiwanese.<br />no, io sono di qui, mi risponde.<br />mi scuso.<br />l'altro accanto a me sembra un misto, ma so che è americano.<br />non gli chiedo nulla, lui è concentrato a creare la sua frase in lingua aborigena.<br />mi toccano la spalla. è un essere umano di prima con cui avevo discusso di film hollywoodiani.<br />"sei cinese tu, vero?" gli chido così a bruciapelo.<br />"no, coreano".<br />"ah,e di dove?"<br />"suul" lui fa.<br />"ah suul" faccio io.<br />ma no ho capito.<br />lo chiedo anche ad un altro ,uno che sta passando "tu di dove cazzo sei?" "di qui, giusto?"<br />"no, io sono cinese" .<br />smetto di capirci qualcosa.<br />mentre sto smettendo di capirci e lentamente si avvicina il mio turno capisco che il coreano diceva "seoul".<br />cerco di rintracciralo per dirglielo, ma lui non so più dove sia.<br /><br />tocca all'americano, che io non l'avevo capito ma era prima di me.<br />l'americano inizia a mettere tutte in fila alcune parole e io credo di capire poco o niente.<br />sono già sul palco con in mano il microfono e ci tossisco dentro.<br />mi sembra di essere in un karaoke.<br />ma non lo sono.<br />tutti aspettano che io parli.<br />quando apro bocca io non mi ricordo e non mi sento cosa dico, però loro ridono.<br />allora insisto e aggiungo "... ... ... ... ..." loro annuiscono e sono contenti.<br />ringrazio i sardi per avermi permesso di essere qui in questo momento e termino facendo degli auguri generali ".. .. .. .. .. .. "tutti applaudono e io non so più che fare. scendo dal palco dalla parte sbagliata e mi porto via il microfono.<br /><br />c'è uno che me lo vuole strappare dalle mani ora, io vorrei tenermelo, il microfono.<br />non so neanche chi sia, quello che mi vuole rubare il microfono, io tiro e strattono troppo forte, cado per terra e mi porto dietro un vassoio di legno pieno di pezzi di riso.<br />gli dico "pigliati sto microfono che tanto non mi serve più" ma poi mi accorgo che in realtà il microfono gli era rimasto in mano da quando avevo strattonato troppo forte.<br /><br />mi viene a raccogliere il capo dell'ufficio internazionale, ma lui di internazionale non ha nulla.<br />non ci capiamo, gli espongo il mio problema che a me questi discorsi dal palco non piacciono, e che in fondo è tutta una sciocchezzuola.<br />lui mi guarda e mi sorride io gli rispondo con un sorriso.<br /><br />l'interprete mi ricompare davanti con la sua faccia, come la mattina, e mi dice che certe cose qui non si fanno.<br />io credo si riferisca a me e di quello che avevo appena finito di fare invece parlava di tutt'altra cosa, che forse stava pensando da ore che doveva assolutamente dirla.<br /><br />mi riprendo dal disappunto.<br />di nuovo si torna a mangiare.<br />c'è uno che si avvicina e mi chiama per nome, forse gliel'ho detto prima, ma non ricordo.<br />mi chiede che musica mi piace ascoltare. gli rispondo " molto".<br />e mi chiede anche che film mi interessano. gli dico " tutta" .<br />lui forse mi guarda strano.<br />io continuo a rispondergli.<br />però lui le domande non me le sta facendo.<br />discutiamo sulle esplosioni nei film americani, di come ci divertono a entrambi.<br />poi gli dico che a me "fanno schifo" e lui ripete la parola "esplosioni" .<br />io gli dico "si le esplosioni mi divertono alquanto".<br /><br />"ora le foto"<br />qualcuno dietro di me ha appena detto "ora le foto".<br />è sempre lui, l'interprete che quando vuole si materializza.<br />"no" sono irremovibile.<br />a lui basta alzare le spalle e io capisco.<br /><br />mi avvio sconsolato.<br />a tutto questo, ragiono, non c'è rimedio.<br />i fotografi sono due e ordinano ordini.<br />mi chiedo cosa.<br />mi sposto in base ai loro gesti e mi posiziono in mezzo a cosi che si muovono e che provengono da tanti posti tipo india,taiwan,corea del sud, qualche provincia della cina, vietnam e molti molti altri.<br /><br />io mi giro verso uno e gli chiedo: "ma tu sei d'accordo con questa foto?" e lui mi sorride, gli sorrido anche io e gli faccio OK con la mano.<br />sorrido sempre.<br />i fotografi si arrampicano su una sediola per avere una posizione di venti centimetri più elevata.<br />il capo (quello che faceva i discorsi) ci guarda soddisfatto.<br />noi saremmo si e no 20.<br />lui è soddisfatto e sorride.<br />l'interprete m'aveva tradotto un pezzo del suo discorso che più o meno recitava: "siate tutti felici di essere qui come noi lo siamo ora.cercate di sopravvivere in questo paese, perchè qui per gli stranieri la vita non è facile".<br /><br />i fotografi urlano come dei pazzi e iniziano a scattare. aspettiamo senza battere ciglio. almeno io.<br />ne fanno tre o forse sette. luci e flash e in fondo dietro i fotografi tutti vestiti con giacca e cravatta ci sorridono.<br />poi ci dicono che possiamo andare. ci fanno segno.<br />io faccio per spostarmi ma prendo male una sedia davanti a me, scivolo, mi aggrappo alla manica di un indiano e con l'altra che rotea nell'aria a ricercare l'equilibrio perduto prendo in faccia un cinese.<br />perdo aderenza anche con l'altro piede.<br />vengo giù di schianto.<br />l'indiano viene giù con me e mentre il cinese si piega istintivamente per coprirsi il volto colpito qualcuno impaurito dal mio crollare colpisce il cinese che rotola per terra.<br />non ci si salva.<br />chi più chi meno subisce qualcosa.<br />la vietnamita si spaventa, povera bambina, e mentre cerca di farsi da parte mette il piede oltre il palco, che finisce proprio lì dietro prima della vetrata gigantesca.<br />finisce contro la vetrata.<br />l'amica indiana la va ad aiutare.<br />cinque persone a terra e tutti che ci guardano.<br />sono stordito e guardo verso l'alto.<br />sono tutti intorno a me, tutti quelli dei vari uffici che controllano se sono vivo.<br />sono vivo e sto bene e mentre mi rialzo guardo fuori dal finestrone.<br />c'è un pò di sole e da una parte un pò di neve ghiacciata.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-3864766056381339712007-04-22T22:28:00.000+09:002007-05-15T11:31:27.697+09:00odori parksto misurando la lunghezza del corridoio dove mi trovo.<br />allargo le braccia per controllare la misura della larghezza.<br />punto il tallone proprio al limitare del corridoio e inzio un duè,un duè, a contare i passi fino in fondo.<br />faccio rumore sul parquet.<br />coi calzini.<br />passo le porte ,tutte uguali tutte alla stessa distanza e passo pure i contatori dell'acqua tutti a vista e tutti alla stessa distanza.<br />sembra una bahaus dei poveri.<br />faccio rumore sul parquet.<br />si apre la porta davanti a me.<br />un cinese ne esce fuori. io rimango immobile con le braccia spalancate a squadra e cerco di spiegarmi.<br />- guarda che non è come credi - che poi cosa creda il cinese proprio non lo so.<br />il cinese mi fissa e mi dice "...".<br />io allora gli dico " no guarda che ti sbagli" ma non ho proprio capito nulla di quello che ha detto.<br />allora lui parla nuovamente "..." dice ora.<br />io lo fisso e gli dico: "stronzo".<br />ma lui non avverte l'insulto.<br />devo provare qualcos'altro.<br />io intanto sto ancora con le mani alzate, forse saranno queste che lo insospettiscono.<br />le abbasso.<br />lui rimane immobile e continua a dire "... ... ..."<br />spero non pensi che sono un terrorista, penso io.<br />perchè mi ricordo che qui sui mezzi pubblici ti informano che se vedi qualcuno o qualcosa di sospetto devi subito informare le autorità.<br />ma non so se lui ha pensato la stessa cosa che ho pensato io.<br />ci fissiamo e adesso sembriamo due idioti.<br />nessuno dei due fa un movimento, forse per non irritare l'altro.<br />sembra stiano passando giornate intere.<br />ho il tempo di ricordarmi il freddo che faceva oggi e ho anche il tempo di confrontare i lineamenti del cinese con quelli dei veri indigeni.<br />il cinese improvvisamente dice "......." e scompare dentro la porta.<br />ora mi metto paura.<br />forse è andato a chiamare qualche amico cinese per farsi aiutare.<br />i cinesi, mi ricordo, la televisione italiana diceva di farci attenzione,che arrivano con i loro prodotti e rovinano la nostra economia.<br />ci penso mentro lo sento parlare in una lingua che forse è il cinese.<br />le pareti sottili fanno trasudare tutte le parole.<br />io sono rimasto immobile, non ho nessun connazionale da andare a chiamare.<br />lo ascolto che parla e parla e poi dopo esce di nuovo.<br />ora sono in due.<br />cerco di spiegare loro che stavo solo misurando la lunghezza del corridoio.<br />faccio gesti e segni nell'aria, e loro inseguono i miei gesti con gli occhi a mandorla.<br />io li guardo guardare.<br />li osservo muoversi con gli occhi.<br />sembrano calmarsi.<br />i miei movimenti, si vede, hanno un effetto calmante.<br />ora sono in mio potere.<br />i cinesi non mi fanno più paura, come invece la televisione italiana aveva affermato io dovessi provare.<br />- cinesi - li chiamo, - sentite un pò - loro, chissà perchè si girano verso di me.<br />e mi stanno a sentire.<br />mi ricordo ora che non avevo nulla da dire ai cinesi.<br />i cinesi mi sorridono.<br />anche io sorrido loro.<br />i cinesi mi sono simpatici, sembrano proprio come me.<br />- non posso - penso. non posso essere amico dei cinesi.<br />la televisione italiana mi ha detto di essere loro nemico,penso.<br /><br />sono combattuto tra un sentimento di simpatia e odio.<br />non riesco a gestirlo.<br />sono vicino alla stanza 210 e spero, fissando la porta, che da lì ne esca il mio secondo interprete.<br />perchè io, dovete sapere, ho due interpreti ora.<br />il primo è partito per un viaggio di aggiornamento di una settimana.<br />gli verrà montata una versione nuova e poi tornerà qua a farmi da interprete.<br />dalla stanza non esce nessun interprete.<br />sono solo col mio sentimento ambivalente e con due cinesi che fanno i muti e non dicono nulla.<br /><br />io volevo solo misurare il corridoio, penso.<br />ma devo ricredermi, i cinesi non ti lasciano fare quello che vuoi fare.<br />il rumore che produciamo (quello del nostro silenzio e dei nostri sguardi che si intrecciano, nonchè lo scalpicciare dei nostri piedi sul parquet) attira l'attenzione degli altri esseri umani dentro il palazzo.<br />le porte si aprono, in fila una dietro l'altra.<br />ne escono una marea incontrollabile di cinesi.cinesi ovunque.<br />- io non sono in cina - urlo.<br />i cinesi iniziano una cantilena che spacca i timpani.<br />tra lo scalpicciare dei passi da cinesi lo sbattere delle porte e lo strusciarsi contro uno sull'altro, non capisco cosa si stiano dicendo.<br />cantilenano a mia insaputa.<br />ascolto la cantilena.<br />sembrano ripetere continuamente una frase.<br />io dico di nuovo, sempre più forte: - io non sono in cina! -<br />e allora loro ripetono - e capisco che loro non hanno fatto altro che ripetere questo -<br />- ionosonoincina!ionosonoincina!ionosonoincina!ionosonoincina!ionosonoincina!ionosonoincina!<br />-<br />sembrano avere la forza di ripeterlo fino alla morte.<br />i cinesi non smettono di uscire dalle loro stanze, cerco di farmi strada e di chiudere dietro di loro le porte, per impedire che escano ancora.<br />ma più ne chiudo, più porte si aprono.<br />i cinesi mi sono simpatici,ripeto, i cinesi mi sono simpatici, ripeto.<br />corro a chiudere le porte, ma ormai farmi strada sta diventando troppo difficile.<br />il corridoio si sta riempiendo di corpi di esseri umani asiatici, li vedo ovunque e tutti mi fissano.<br />ionosonoincinaionosonoincinaionosonoincina.<br />li sento ovunque e sono sopra di me,non resisto più e penso che la televisioneitaliana aveva ragione, i cinesi sono una minaccia per l'economia europea.<br />- siete una minaccia per l'economia europea! - urlo.<br /><br />apro gli occhi e mi ritrovo a rotolarmi nella neve, li apro ancora meglio e sopra di me c'è la torre della TV che ha acceso le luci colorate ed è bellissima.<br />sono tutti intorno a me.<br />tutti cinesi ancora intorno a me, ma questi sono diversi.<br /><br />anzi no, non sono cinesi, sono giapponesi.<br />si stanno prendendo cura di me,parlano di me tra di loro e dicono "... ... ..."<br />io li osservo mentre si muovono, mi sembrano giocattoli, come quelli cha avevo da bambino e che erano "made in taiwan".<br />sempre occhi a mandorla anche lì, penso.<br />gli occhi a mandorla, ripeto dentro di me.<br />sono bianco di neve.<br /><br />mi sembra di essere a casa.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-40514109846626410082007-04-19T23:41:00.000+09:002007-05-15T11:34:55.548+09:00kinotoya dorisono giorni che ci passo davanti ma non ho ancora avuto il coraggio di entrare.<br />osservo da fuori attraverso i grandi vetri che coprono tutto il negozio.<br />non c'è un punto in ombra o un punto morto dove i miei occhi non possano arrivare.<br />dentro ci sono sedie e una stanza più in là dove sedersi a parlare con i propri amici di cose di cui si parla tra amici, di qua invece a sinistra il laboratorio dove le torte nascono e nulla è nascosto alla vista.<br />i lavoratori del laboratorio sono tutto il giorno sotto gli occhi dei passanti, si fanno fissare e non possono mai proprio mai fare quello che vogliono loro.<br />mascherine e grembiule ,sorriso sotto la mascherina.<br />sorridono sempre anche i lavoratori del laboratorio.<br />cerco di rallentare il passo mentre guardo dentro il negozio che vende torte, tranci di torte, pezzi di dolci ,dolcetti ,panne ,cioccolate frutte sopra panne e cioccolate.<br /><br />li vedo -gli infiniti prodotti del negozio- tutti in mostra in fila e sopra e sotto nel bancone.<br />vetri insomma, un negozio fatto di vetri.<br />li scelgo con la mente e decido cosa comprarmi in futuro ,quale indicare al commesso.<br /><br />entro.oggi entro.<br />e appena entro, tutti mi fissano.<br />quattro commessi più il capo-gestisci-commessi.<br />tutti sottomessi al capo.<br />lui mi fissa, gli altri mi fissano.<br />noi ci fissiamo.<br />mi danno il benvenuto.<br />- si, ok - penso io.<br />mi chiedono una cosa che potrebbe essere "cosa vuoi, pezzo di stronzo?" ma detto con inflessione gentile, con modi pacati e movimenti lenti, lentissimi.<br />ma io non mi lascio fregare.<br />so che non mi vogliono lì dentro.<br /><br />ma io ci sto lì dentro.<br />- pago, gli dico...io vi pago capito?? - ma loro non capiscono e credono che stia ordinando qualcosa.<br />allora una delle commesse - quella con le orecchie a sventola,accentuate dal suo cappellino aziendale, mi fa segno con la mano così e poi così ,ripete e poi fa ancora così.<br />un dito indice alzato verso l'alto.<br /><br />io le dico - ma cazzo,scusa, certo che sono solo ,che cosa credi. non vedi?- le faccio indicando i miei occhi per cercare di farla capire, alla stupida. -<br /><br />lei,ovviamente ,non capisce.<br />mi indica ancora il suo dito, anzi col suo dito indica me, anzi non indica nessuno,sta solo lì e indica l'indice, lo punta verso l'alto.<br />noto con piacere che continuiamo a non comprenderci.<br />io allora predo l'iniziativa.<br />punto il dito verso un trancio di torta e le dico che è per me. glielo dico lentamente, cercando le parole chiave che possano attivare il suo piccolo cervello.<br />non si attiva.<br />continua come una scimmia a indicare il suo dito alzato, lo muove e lo scuote parlando al riguado di qualcosa che sembra davvero importante.<br />io le ordino di abbassarlo, quel dito.<br />lei invece continua.<br />il capo ci osserva, che non sa se deve intervenire oppure no, poi io lo fulmino con uno sguardo, e allora lui smette, e si mette a fare qualcos'altro, come per esempio decantare le lodi di un trancio di torta di colore giallo con sopra una cosa che sembra un qualche tipo di frutta.<br />(non c'è nessuno ad ascoltarlo,lui urla al vento tutte le qualità della torta, mentre io e la commessa cerchiamo di recuperare qualche informazione dalle nostre parole mentre lui ci copre le parole con le sue).<br /><br />io ascolto il capo, ma lei parla a me.<br />rotea questo cavolo di dito che pare sia tutto il mondo e io cerco di spiegarle che no, non sto capendo assolutamente nulla ma che voglio solamente un trancio di quella torta.<br />la indico di nuovo, la torta.<br />allora forse lei capisce.<br />guarda me,fissa la torta, poi guarda di nuovo me, un attimo di silenzio e poi stavolta alza due dita.<br />non una ,ma due.<br />non ci capiamo.<br />io le dico : "no, una" .<br />e lei fa "sisisi" e alza due dita.<br />io le ripeto che no: "sono uno solo, voglio un trancio di torta".<br />lei non dice nulla, ma ride.<br />io la fisso, con un volto che universalmente sta per "io ti odio".<br />lei sembra non capire neanche questo.<br /><br />allora le ripeto estenuato "ti prego, uno, sono solo uno e voglio un trancio di torta".<br />"poi me ne vado" le dico.<br />lei sorride.<br />io la fisso.<br />lei sorride.<br />io la fisso.<br />lei sorride.<br />io la fisso.<br />lei sorride.<br /><br /><br />sono fuori in strada senza torta.<br />guardo a terra i miei piedi bagnati di neve.<br />quando alzo gli occhi inizia un terremoto.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com50tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-86866594149910111322007-04-18T22:34:00.000+09:002007-05-15T11:37:40.816+09:00kita gojo teine dori<span style="font-family:trebuchet ms;">ero in uno di questi contenitori di rara e moderna felicità.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ho alzato gli occhi stupito di tanta concretezza.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">tutti scartabellavano le gambe in su e giù chinando ogni tano gli occhi e poi la testa alla ricerca di qualche cosa da portarsi a casa.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci sono una cosa come - tanti- inservienti.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">li ho visti uno per uno, faccia per faccia mentre scorrevo sopra la scala mobile.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">un cartellone sul muro li ritraeva: mezzo busto, sorridenti, capelli improbabili, facce impassibili di inservienti pieni di carica.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">quando gli passo accanto neanche li guardo, però tutti mi fanno " BENVENUTOOOO" nella loro lingua.io li ignoro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">poi un altro "BENVENUTOOO", lo passo in fretta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">una volta passato oltre smette.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">tocco tutti gli oggetti, tutte le cose, le vorrei comprare tutte.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ho pensato pure di affittarmi un monolocale in più per poterci infilare dentro tutte le cose che comprerò da questo momento in poi.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">poi ,ho pensato,tutti quelli che mi vengono a trovare passeranno per il mio secondo monolocale e avranno la possibilità di raccogliere e portarsi a casa un oggetto - soltanto uno però - e io sarà felice perchè avrò un amico in più. (almeno spero).</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre fantastico parte il jingle.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il jingle si ripete fino alla fine dei tempi, e io mi sono accorto solo ora che è da sempre che c'era,fin da quando avevo messo piede dentro il super-negozio.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il jingle non smette,ma appena finisce - riparte - .</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il jingle fa più o meno così: "..."</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io lo ascolto e inizio ad impararlo.il jingle. mi piace.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre fisso le macchine fotografiche lo canto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre cerco le borse per i computer lo canto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre guardo i cellulari della softbank lo canto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre guardo gli aspirapolvere in un altro piano lo canto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre non rispondo ad un inserviente che mi da il "BENVENUTOOO" lo canto.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lo canterò anche dopo, quando sarò per strada a mangiarmi un dolce che si chiama "..."</span><br /><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sto con la testa chinata,a fissare i tanti oggetti esposti, mi sento la pancia piena.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">poi quando alzo la testa noto che tutti gli inservienti hanno iniziato a muovere ritmicamente la testa, dondolandola a sinistra e a destra.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">li squadro e seguo le loro evoluzioni ,poi uno intona il jingle (sembra il capo).</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e tutti dietro appresso al capo (e al jingle).</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io mi guardo intorno e poi con un gesto chiedo ad uno degli inservienti di unirmi a loro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui mi guarda con disprezzo e mi fa capire che proprio non se ne parla.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">torno a fissare gli oggetti.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ma il jingle di sottofondo, come fosse il rumore di sottofondo del big bang, non smette di torturarmi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ora non voglio acquistare più nulla.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">faccio fatica a trovare di nuovo le scale mobili. ora mi sono perso nel palazzo mentre tutti gli inservienti si sono fatti vicini l'uno all'altro per intonare tutti insieme il jingle aziendale.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">esce il capo del capo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">cravatta e camicia, incita i suoi sottoposti a cantare più forte,ad alzare la voce.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui la alza per primo, e tutti la alzano a seguire.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il palazzo risuona di un unico jingle.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">se mi fermo ad ascoltare posso sentire il pavimento che si muove in risonanza.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">non trovo più le scale mobili, non so come uscire dal palazzo, accanto a me e per tutto il piano escono continuamente inservienti che si uniscono algi altri e cantano cantano cantano, non so più cosa fare, mi avvicino ad una finestra da cui si vede tutto il cemento disteso in basso che avvolge la città e fisso la neve in fondo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">piccola piccola e bianca bianca.</span>susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-50898130060055691392007-04-16T18:52:00.000+09:002007-05-15T11:42:50.805+09:00suigenchi dori<span style="font-family:trebuchet ms;">oggi incontro l'interprete.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">(per chi conosce questi affari gli incontri con gli interpreti sono sempre faticosi)</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci incontriamo in una stanza con un'unica vista sul nulla di cemento che qua va molto di moda.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">osservo il nulla di cemento mentre ci presentiamo.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete mi dice : -sarò il tuo interprete qua. -</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">- Bene, molto bene. - gli rispondo io.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi elenca tutte le cose che faremo in mattinata le quali cose si riassumono in conoscere e sorridere a molte persone.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">è una bella stanza in cima al cemento, che da su un nulla di cemento, tutta arredata dentro che sembra grigia (ma un bel grigio,sia chiaro) e tutta confusa di libri e cose che somigliano a libri e altre cose che sono nacoste tra i libri.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io dico all'interprete: - per favore stammi vicino oggi, senza di te oggi morirei.- </span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Lui agita una mano e sorride come volesse dire "non ti preoccupare, ci penso io a non farti morire oggi."</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">L'interprete mi piace, di sicuro farà ciò che ha dichiarato.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi è simpatico.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">chiacchieriamo delle cose di cui si chiacchiera in questi momenti, cioè in sostanza parliamo sul nulla.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli interpreti credo lo facciano spesso -di parlare sul nulla- pensate che fatica è parlare di cose che altri dicono in un'altra lingua che forse solo voi, interpreti, comprendete e di cui ,più o meno ,non ve ne frega nulla.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">magari in quel momento in cui fate gli interpreti pensate allo scolapasta che fuso il giorno prima, o magari vi ricordate che in serata dovete portare il cane a tosare, oppure tante altre cose della vostra vita.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi piace l'interprete che ho io, ma non invidio questi momenti di cui vi ho parlato.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci sorridiamo entrambi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">siamo gnetili l'uno con l'altro.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">poi dopo poco inizia il giro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete mi spiega tutte le cose che devo sapere: dove porta questo corridoio, chi è la persona con cui ha appena parlato, cosa si prova quando la neve ti sta alta oltre la testa, come si fa ad amare il cemento ovunque e tante altre cose.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">racconta molto l'interprete e a me piacciono molto i suoi racconti.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">arriviamo in un ufficio, tutti salutano e si salutano e l'interprete mi indica e poi parla,poi torna ad indicarmi e tutti mi sorridono e io rispondo sorridendo e cerco di farfugliare sillabe storte che significano più o meno questa cosa: fufususumu.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">non lo so se loro mi capiscono, ma decido che quello che deve parlare di più deve essere l'interprete.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">passiamo ad un altro ufficio, dove tutti si salutano, mi salutano, mi sorridono e poi dopo un pò di parole che finiscono in a in e in o e in tante altre parole fanno espressioni sconsolate, allargano impercettibilmente le braccia e senza capire io capisco che non possono fare ancora nulla per la cosa sconosciuta di cui stava parlando l'interprete.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi guardo intorno.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">poi dopo l'interprete mi spiega cosa si dicevano tutti quanti.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">penso che non era una cosa grave.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">facciamo corridoi, li percorriamo, scendiamo scale mentre l'interprete mi spiega come sono collegati gli edifici, da quale a quale siamo passati, dove porta quel corridoio che non stiamo prendendo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">altro ufficio.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">tutti si salutano, tutti si sorridono,tutti mi salutano, tutti mi sorridono, poi mi si inchinano davanti e io provo a fare un inchino.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi viene uno schifo.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lì quello che comanda e che sta parlando col mio interprete è la persona che ha toccato e preparato i miei documenti, che poi io da molta distanza ho toccato e ho cercato di decifrare.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">penso che qualcosa ci ha unito a me e il capo della segreteria.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi sento per un attimo amico del capo della segreteria.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete e il capo della segreteria si parlano per molto, io mi guardo intorno e poi osservo le espressioni del capo della segreteria.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi piacciono.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">anche a lui sembrano piacere. lui è responsabile di tutte quelle persone che non parlano ma al momento lavorano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">le sue espressioni tutte insieme e tradotto sembrano dire : sono orgoglioso di questa segreteria.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ringraziamenti, tanti inchini, poi di nuovo in giro.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">all'ufficio delle case affittano case ma si occupano anche di mense, viaggi, abbonamenti.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">forse non si chiama proprio ufficio delle case, ma qualcosa che comprende tutte le loro mansioni.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono gentilissimi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'interprete parla e poi mi parla a me.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">a volte mi sforzo di intuire, guardo la bocca che si apre e che dice molte cose, alcune parole rimangono sospese anche dopo essere perse nel mezzo di tante altre parole e persistono come le immagini sulla retina.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e allora traduco con quella parola tutto un discorso.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">chissà se è giusto.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">vedo case e poi altre case.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre ascolto e annuisco senza aver capito (annuisco preventivamente,poi l'inteprete mi riparla anche a me) penso che mi piacerebbe avere una bella casa, e mentre penso questo penso anche che tutti parlano e si dicono cose e io mi sento un poco solo quando succede così.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">perchè vorrei capire anche io.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">e sono al centro dei loro discorsi, ma mi sento lo stesso fuori, da un'altra parte.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mentre loro parlano di me e delle mie cose io guardo per un pò fuori dalla finestra.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">vedo cumuli sfatti di neve sporca, ghiacciati e un pò sciolti in punti irregolari.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">penso a quello che mi ha detto l'interprete, che la neve ogni anno ti arriva sopra la testa, e vorrei sapere cosa si prova quando la neve ti arriva sopra la testa, che sembra di tornare bambino quando penso che tanti operai scavano trincee per permettere di entrare negli edifici, e mi ricordo quando io volevo scavare finte trincee tra i mobili di casa mia e il divano diventava un cunicolo un tunnel con un solo spiraglio in fondo.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">torno ad asocltarli.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">parlano ancora di cose che non capisco.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">penso che è da stupidi non sapere la lingua che parlano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">forse anch'io voglio diventare un interprete.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il mio interprete si alza, mi fa segno che è ora di andare a vedere le case, una serie di case con caratteristiche diverse e prezzi diversi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ci segue anche la signora addetta all'affito delle case.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">andremo con la sua automobile fino alle case.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">usciamo nella neve.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">la calpestiamo fino a che arriviamo all'auto.</span>susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-59389802939939238722007-04-15T22:42:00.000+09:002007-05-15T11:45:23.324+09:00higashi sapporo<span style="font-family:trebuchet ms;">ho fame.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">entro in un negozio che prepare le cose e le vende per farle mangiare alle persone.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi siedo su una sedia del bancone lungo, che gira intorno al proprietario,che termina vicino ad un frigorifero pieno di birre birre birre.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sono l'unico cliente.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il proprietario mi nota subito.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">si avvicina e mi ringrazia nella sua lingua.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io lo ignoro, prendo il menù plasticato e glielo agito vicino alla faccia indicando col dito medio una foto: questo,questo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">quello fa un leggero inchino e mi ringrazia.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io lo ignoro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">guardo la brocca dell'acqua, la prendo e mi verso un bicchiere d'acqua.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">l'acqua è gelata, come quasi dappertutto.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il ghiaccio rimane nella brocca.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">il proprietario fa cose con la sua cucina.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">la cucina è proprio davanti a me ,ma un pò sotto il bancone.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui muove oggetti: un coperchio gigante di una pentola gigante, un mestolo grande ma non gigante, un rubinetto, un contenitore con dentro le cose da cucinare, lo sportello di una specie di armadio.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">prepara tutto in cinque minuti.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi serve e mi ringrazia.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io lo ignoro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">è tutto bollente.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">soffio,tiro,mangio a pezzetti piccoli e con il cucchiaio che mi ha dato prendo su un pò di brodo e con le bacchette ci infilo dentro la pasta.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">qui dove sono io fanno il miso con gli udon e con i soba.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lui invece non mi osserva e invece giocherella con un telecomando che gestisce chissà quale oggetto, mentre diffuso per l'ambiente un disco di una qualche ragazzina famosa che canta canzoni orecchiabili simili a tutto quelle che ho sentito a casa mia, suona.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi viene in mente tiziano ferro.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">finisco la scodella con fatica per colpa del brodo caldo, poi attiro l'attenzione del tizio e lui si precipita, mi guarda, io gli faccio notare che -guarda un pò- ho finito di mangiare, e lui mi ringrazia e prende e porta via il piatto.io lo ignoro.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">gli ordino un'altra cosa, nel momento in cui si era rimesso a giocare col telecomando.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">me lo prepara in altri cinque minuti producendo una serie di rumori di oggetti metallici.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">ne produce diversi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io lo osservo.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi serve e mi ringrazia.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io mi mangio le cose che mi ha preparato bagnandole preventivamente nella salsa che ho versato nel piatto.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">lo fisso e gli dico: - oh! - lui si gira e mi ringrazia, sempre nella sua lingua.io lo ignoro.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io inizio a parlare nella mia fissadolo, lui rimane come imbambolato, come gli si fossero rotti dentro una serie di ingranaggi.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">sta lì, ingovernabile.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">continuo a mangiare i miei cosi nel piatto, senza più guardarlo.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">quando finisco lui mi vede, e ripreso coraggio mi ringrazia.lo ignoro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io non ce la faccio più, gli chiedo il conto nella sua lingua, però glielo chiedo con la faccia come se lo stessi insultando, lui mi ringrazia e mi fa la somma all'istante (anch'io l'avevo già fatta)</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io tiro fuori il portafoglio, i soldi dal portafoglio, glieli metto sulla mano e lui calcola il resto al volo (come se fosse complicato) e fa scattare monete dalla cassa.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">mi porge il resto e mi ringrazia.lo ignoro.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">io a quel punto non resisto, lo mando a quel paese nella mia lingua ed esco fuori nella neve.</span>susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7453914240205052877.post-49978934604631812992007-04-14T22:58:00.000+09:002007-05-15T11:50:47.288+09:00nango doric'è la neve.<br />decido di uscire nel freddo.<br />mi dirigo in un convenient store che ho fame.<br />compro tre onigiri, due col tonno e uno con le prugne.Non capisco perchè quello con le prugne, a me fa schifo l'onigiri con le prugne.<br />la prima volta che lo mangiai mi fece pensare alla solitudine, la seconda pensai alla morte.<br />esco con in mano tre cosi.<br />la neve ora viene di traverso e cade giù veloce che sembra stia correndo dietro a qualcuno.<br />nel buio per strada mangio il primo onigiri.<br />non mi fa venire in mente nulla.<br />il secondo lo mangio fermo, in piedi in mezzo alla neve che crolla a terra sporcando di bianco il cemento tutt'intorno.<br />mangio il coso al tonno fissando l'insegna di un distributore di benzina.<br />ci sono cinque ristoranti in duecento metri di strada, un karaoke,un distributore di benzina ( quello fissato mentre mangiavo il secondo coso), un negozio che sistema le unghie (cioè le mette a lucido, dà loro una forma e anche un colore) e poi una serie di altre insegne illuminate e di negozi che vendono cose varie e diverse fra loro.<br /><br />ora ho l'ultimo onigiri in mano, e mi fa schifo. non so perchè l'ho comprato.<br />lo fisso con disprezzo e poi sai che faccio? - Lo getto nel primo cassonetto che trovo.-<br />così, tutto intero, con carta alga plastica.<br /><br />faccio per andarmene da dove sono venuto, ma poi sento qualcosa che mi trattiene.<br />mi volto e sono ancora nella neve, mentre scende inseguendo qualcosa.<br /><br />mi volto - dicevo- e quando mi sono voltato fisso il cassonetto, un contenitore di rifiuti che non parla e non si muove.<br /><br />lo fisso ancora, ma lui continua a star fermo.<br />ma è in basso ai piedi del contenitore di rifiuti che viene attratta la mia attenzione.<br />c'è lì l'onigiri alla prugna che mi guarda e mi fa capire che mi odia.<br />poi parla e dice - Ti odio! -.<br />in realtà sono stato io ad odiarlo per primo.<br />Glielo faccio presente.<br /><br />lui a questo punto mi fissa come se stesse per piangere e mi chiede - Perchè mi odi? cosa ti ho fatto? -<br />cerca di intenerirmi lo schifo, ma in realtà mi fa solo pena.<br />gli dico di lasciarmi in pace, di andare per la sua strada che io volevo andare per la mia.<br />ma lui sta lì fermo e non si muove.<br />- Vattene! - gli urlo. Alcuni passanti si girano e vedo che sono immersi nella neve che cade.<br /><br />la situazione non mi piace. mi fa sentire solo.<br />lo espongo all'onigiri, lui dice che razionalizzo troppo. io non capisco cosa voglia dire.<br />gli dico anche questo.<br />lui risponde che sarebbe meglio continuare a parlare dentro il convenient store, si sta più caldi e c'è più luce e poi lì dentro sono tutti gentili.<br />in effetti la neve insiste, anzi insiste più di prima.<br />ora si comincia a posare su di me e sull'onigiri.<br />la neve ci sta coprendo.<br />Lentamente.<br /><br />ma io non voglio parlare con lui,io l'odio.<br />non lo sopporto.<br />- Non ti sopporto! Mi fai schifo! - urlo tutto quello che ho.<br />un ragazzo in bicicletta si spaventa. mi aveva superato snza accorgersi di me e quando mi sente gira la testa di scatto e rischia di finire morto sotto un taxi che gli sbuca da sinistra.<br /><br />- Mi fai pena, capito ? non ti tollero, lo sai? Tu mi fasi schifo , Ti odio! - gli dico. L'avrò ripetuto chissà quante volte.<br />aspetto una sua reazione. immobile.<br /><br />poi da lontano in mezzo alla neve che si alza fa: - mhmhmhm...ah...-<br /><br />Allora non ci vedo più. MH?AH? che risposta sarebbe. corro verso di lui pestando la neve liscia di fresco e gli mollo una pedata in testa. Lo spiaccico. L'ho spiaccicato. Tra la neve.<br /><br />e io allora me ne vado mezzo coperto di bianco che fra poco non mi si vede più.susukinohttp://www.blogger.com/profile/04616414814951804193noreply@blogger.com18