13/05/07

rokugokan dori

l'appuntamento, come mi ero già detto, è alle due.
sto facendo tardi per colpa del regalo all'interprete.
l'interprete è sempre lì in cima alle scale che mi guarda, mi osserva, ma forse non mi vede e non sa che sono per terrra seduto a fissare il nulla davanti a me.
giro gli occhi verso l'insegna di lawson, unico faro che mi potrà dirigere.
"dirigermi dove?" mi ricordo di chiedermi.
"l'appuntamento" penso di nuovo.
"dirigermi all'appuntamento" ripasso.
"dove è l'appuntamento?"
"dove, dov'è?"
"...che devo andare..."
"...lawson..." penso.
l'inteprete è scomparso.l'avevo lasciato in cima alle scale e ora è scomparso.
"dove" ripeto acora.
Una serie di parole, tutte affastellate, ma non trovo dove devo andare.

Ora sono di fronte a lawson.
ho inseguito l'insegna che si allontanava sempre.
entro da lawson e quando sposto la maniglia e faccio ruotare la porta sul suo cardine sento "PLIMPLON".
mi salutano.
"PLIM PLON" faccio alla cassiera.
La cassiera mi risponde con un altro "PLIM PLOM".
ci sorridiamo.
le chiedo "PLIM PLOM, sa dove devo andare?"
lei sorride, si inchina fino a scomparire dietro e sotto il bancone, io la seguo con gli occhi e poi col corpo, mi infilo anche io sotto il bancone vicino alla cassiera.
"Cassiera" ripeto "sai dove mi devo recare?".
La cassiera sorride nella sua giacchetta a strisce bianche e azzurre che ora fanno qui e là su e giù per colpa del suo corpo che si mouve sorridendo.
"Cassiera" di nuovo la chiamo "cazzo rispondimi" tutto gentile e sorridendo ai suoi sorrisi esterno io.
la cassiera ci pensa e fa "appuntamento" "palazzo" "inglese" "tradurre".

Sono davanti al palazzo.
Otto piani di palazzo.
La cassiera credo stia ancora dietro e sotto il bancone a ripetere "appuntamento-palazzo-inglese-tradurre".
l'ho salutata dicendole "PLIMPLOM".
lei mi ha detto "PLIMPLOM".
Sono di fronte al palazzo.
e mi ripasso i piani finestra per finestra.
c'è il primo, c'è il secondo,c'è il terzo e poi conto fino all'ottavo.

Sono davanti all'ascensore.
ci sono tutti segni strani, cose da premere, e parole da leggere.
ci sono numeri e numeri dentro riquadri che posso premere.
sono confuso.
premo a caso.
l'ascensore parte per un piano che non so quale sia.
l'ascensore si apre, io esco e sono sopra un pavimento soffice dove i piedi fanno spuf spuf spuf spuf.

sono davanti ad una porta.
busso sulla porta.
apro uno spiraglio e sento qualcuno che mugugna qualcosa che sta per "entra" oppure ha mugugnato qualcosa come "entra ma aspetta un attimo".
allora mi fermo e sono in mezzo alla porta. un pò dentro e un pò fuori, così sembra che sto aspettando o forse che sto entrando.
dipende per quanto mi fissano.
se per esempio qualcuno mi vedesse lì e mi fissasse per un solo secondo darei l'impressione di un essere umano che sta entrando, mentre se qualcuno mi fissasse per più di tre secondi di sicuro sembrerei un tizio che sta aspettando.
invece in realtà sono uno che non sta facendo nulla.
penso questo e mi sono venuti a recuperare sulla soglia.
l'uomo con gli occhiali mi dice "benvenuto in questo nulla".
io dico grazie.
"qui come vedi ci sono i non-armadi e qui la non-scarpiera" mi fa l'uomo con gli occhiali.
io li osservo e annuisco, perchè tanto non lo capisco.
giriamo intorno a un altro non-scaffale gigante, o forse è un'altra non-libreria, ma non so di preciso cosa è, perchè il nulla è difficile da descrivere.
dall'altra parte ci sono dei non-computer sopra un non-tavolo e poi c'è una non-cinese che si volta verso di me e senza nessuna espressione mi saluta, ma senza dire una parola.
la non-cinese torna a fare il suo non-lavoro.
"cosa non dovrò fare?" penso mentre l'uomo con gli occhiali mi fa segno di sedermi su una non-sedia e inizia a non-parlare.
gli dico se per fevore può parlare in una lingua specifica.
lui mi ignora e parla in quella che più gli sta a genio.
rimango a bocca a perta.
ripeto che mi servirebbe che lui parlasse in una lingua specifica.
lui mi ignora.
parla in quella che gli è più congeniale.
la cinese si volta e gli spiega che io non capisco.
lui capisce ora.
si illumina e si scusa,sorride, ma io non lo faccio.
c'è un sito su un computer che sta apparendo.
ci sono bandierine che sventolano colori accostati uno vicino all'altro.
sento il nulla tutto intorno alla mia testa.
i colori dell'html sparati a caso sul monitr, le bandierine delle nazioni che sventolano a vuoto.
mi indica lento ogni bandiera, passandoci sopra con la punta del puntatore del mouse.
ogni volta che ci passa sopra, dichiara ad alta voce il nome della nazione, a volte clicca sul nome della nazione e sembra felice di rendermi partecipe di quel lavoro.
"conosce qualche eminente giurista?" mi chiede.
io penso ai salmoni.
gli rispondo "no,assolutamente".
perlomeno i salmoni lottano per andare a morire in un posto migliore. penso che i salmoni sono una specie molto adatta alle metafore.
la cinese sembra assorta nel nulla del suo monitor che non riesco a vedere.
l'uomo con gli occhiali sembra parlare al sito web e gli dichiara una ad una le pagine.
scorrono caratteri sulla pagina del browser.
lui mi chiede "preferisci stare qui ogni tanto oppure rimanere a casa".
faccio fatica a rispondere.
"casa" dico solamente.
mi sento risollevato.
gli ho detto "casa".
lui parla dei problemi del mondo e dei casi di tremenda ingiustizia che lo affliggono.
io sono d'accordo, ma non glielo faccio capire.
"forse se sto fermo e fingo di essere morto lui se ne va" penso.
lo faccio. sto fermo e fingo di essere morto.
sto fermo e fingo di essere morto.
sembra funzionare. l'uomo con gli occhiali si blocca, entra in stallo, poi si gira verso la cinese e inizia a parlare.
escono delle pagine copiate dalla stampante, lui si disamora di me e va a controllare il risultato.
le pagine sono stampate male e lui fa espressioni tipo "non capisco cosa stia succedendo", io sono fermo e mi sembro morto a me stesso.
lui ritenta, clicca con lentezza il mouse due passetti lenti alla volta raggiunge l'icona, l'icona immobile lì pronta a stampare documenti si sente zwyzwyzwyzwy il rumore della stampante e i fogli che flushflushflush escono stampati a metà, inchiostro sparso intorno al foglio ,parole rotte e smangiucchiate.
ormai è concentrato sulla stampante,discute con la cinese che cosa stia succedendo.
io riesco a muovermi nonostante sia morto e piano lento mi striscio tutto il corpo fino alla porta. li sento discutere di pagine di stampante inchiostri e bandiere di nazioni sul web.
sposto la porta,la apro un pochino, mi infilo fingendo ancora di essere morto, se mi vedessero ora sembrerei uno morto per colpa di una porta chiusa dal vento.
sono fuori , sul pavimento morbido di tappeto,non li sento più e saltello via come un salmone su per un ruscello,metafora sfatta e infinita infinita infinita infinita infinita

35 commenti:

Anonimo ha detto...

una volta ho visto uno boccheggiare in una metafora. volevo buttarmi, afferrare lui ma sono tornata a riva solo con la scatola della metafora in mano. vuota. che perdeva gli angoli molli.
allora l'ho buttata e me ne sono andata.

non ho neanche il rimorso.

però fingere di essere morto è un'ottima cosa.

al3sim ha detto...

Buono il salmone: l'ho mangiato ieri sera. Veniva dalla Norvegia, ma non credo si sia fatto tutta la strada a nuoto.

Anonimo ha detto...

"casa" è una gran bella parola..però il ruscello non va mai risalito troppo in fretta.

susukino ha detto...

ame,al3,amo: primo ,fate quasi assonanza.
secondo,dei vostri sproloqui (nel senso che qui sproloquiamo un pò tutti, io in primis) mi piacciono le seguenti parole:

AME- SCATOLA
AL3-NORVEGIA
AMO-CASA

risultato:
- c'è una scatola in norvegia che sembra una casa-

oppure:-la norvegia dentro la scatola e la scatola è dentro la mia casa-

quest'ultima è più poetica, ti fa spaesare un pò.

Anonimo ha detto...

Vada per la seconda.
E complimenti per l'ampiezza della casa, o della scatola, o.. va bè, m'hai spaesato.

susukino ha detto...

casa è il luogo dove teniamo al caldo i nostri amori.

(e anche la norvegia,ovviamente)

Anonimo ha detto...

comunque ho capito che in giappone ci stanno sempre di mezzo gli interpreti...

susukino ha detto...

gli interpreti sono la più grossa piaga sociale del giappone post-baburu.

spero che tu ,dottorg, non li debba mai incontrare.

Anonimo ha detto...

sì, ma devi trovare una scatola di interpretazioni. e liberarti dell'interprete.

susukino ha detto...

l'unico modo per liberarsi dagli interpreti è quello di infilarli dentro una scatola.

poi la scatola va gettata nell'immondizia.

Anonimo ha detto...

ti presto il nastro. quello marrone.

L. ha detto...

...l'ortografia, perdiana!
...vabbè, è colpa del verme disicio che è venuto ad abitare nella tua tastiera e si diverte a invertire le lettere delle arople, parlore, plaeolajklfshjbnjhurf....quello, insomma...

susukino ha detto...

lu:
acciderboli, è una consapevole scelta stilistica, vuole cercare di rendere l'imperfezione del mondo,

ovvio.


ame: voglio un nastro lungo così.

per impacchettarci il mondo.

al3sim ha detto...

Il salmone di cui scrivevo mi è rimasto sullo stomaco. Si vede che ha trovato l'ambiente ideale per la sua esistenza ultraterrena: dopotutto lo stomaco è simile a una scatola solo che ha le pareti molli e puzzolenti.
Bella lì.

susukino ha detto...

i salmoni amano la libertà.
difficilmente si fanno digerire.

(la prima cosa che mi è venuta così a cazzo, un pò scrittura automatica)

statemi vicini tutti quest'oggi,
mi sento un poco triste.

Anonimo ha detto...

susukino, però lasciami metà del mondo.

dopo tutto penso che un po' me lo devi. per il nastro.

questa è per oggi.
perché oggi è oggi.
e perché io ogni tanto me la ripeto.

"però che beffa formidabile è questa,
che dobbiamo avere degli occhi acutissimi per entrare in un vicolo cieco".
shakespeare

susukino ha detto...

'sto schaspear ne sa sempre una più del diavolo.

Anonimo ha detto...

Rispetto tantissimo i salmoni per la loro forza e convinzione, infatti spero sempre che siano indigesti a chi li magna impunemente. :]

susukino ha detto...

salmone libero,

una nuova formazione politica.

susukino ha detto...

salmoni uniti: forza e convinzione al potere.

Anonimo ha detto...

per me è il diavolo.

al3sim ha detto...

il salmone della domenica

Anonimo ha detto...

Ottima anatra agli aromi cinesi, non c'è che dire.

susukino ha detto...

i cinesi qui cercano solo di fingere e di avere dei veri occhi a mandorla.

anche le anatre non scherzano.

solo i salmoni sono sinceri qua.

susukino ha detto...

ame:

il diavolo non esiste!

mastro lindo si.

Anonimo ha detto...

ma se gli interpreti non interpretano la lingua , cosa dovrebbero interpretare? Il tuo cervello?

Stefano

susukino ha detto...

gli interpreti sono la morte.
ma anche no.

Anonimo ha detto...

sì, ma mastro Lindo, signor Susukino ha un sorriso troppo fisso.

ed è palestrato.

preferisco il diAvolo.

susukino ha detto...

harveyz:

allora la mi prossima scelta è : la morte.

invece di mastro lindo.

invece del diavolo.

Anonimo ha detto...

spero che intendi l'interprete.

in ogni caso, anch'io ho gmail, volessi dire la morte.

al3sim ha detto...

Mastro Lindo è il Diavolo.

susukino ha detto...

ame:

gmail è la morte.
e lo dico volentieri.


al3sim:

e se noi fossimo il diavolo?

Anonimo ha detto...

va bene.

al3sim ha detto...

Se Mastro Lindo è il Diavolo e noi pure siamo il diavolo, allora noi siamo Mastro Lindo (proprietà transitiva).

susukino ha detto...

ame:
ok,allora va bene.

al3sim:
ci devo pensare,non ne sono sicuro.