15/04/07

higashi sapporo

ho fame.
entro in un negozio che prepare le cose e le vende per farle mangiare alle persone.
mi siedo su una sedia del bancone lungo, che gira intorno al proprietario,che termina vicino ad un frigorifero pieno di birre birre birre.
sono l'unico cliente.
il proprietario mi nota subito.
si avvicina e mi ringrazia nella sua lingua.
io lo ignoro, prendo il menù plasticato e glielo agito vicino alla faccia indicando col dito medio una foto: questo,questo.
quello fa un leggero inchino e mi ringrazia.
io lo ignoro.
guardo la brocca dell'acqua, la prendo e mi verso un bicchiere d'acqua.
l'acqua è gelata, come quasi dappertutto.
il ghiaccio rimane nella brocca.
il proprietario fa cose con la sua cucina.
la cucina è proprio davanti a me ,ma un pò sotto il bancone.

lui muove oggetti: un coperchio gigante di una pentola gigante, un mestolo grande ma non gigante, un rubinetto, un contenitore con dentro le cose da cucinare, lo sportello di una specie di armadio.

prepara tutto in cinque minuti.
mi serve e mi ringrazia.
io lo ignoro.
è tutto bollente.
soffio,tiro,mangio a pezzetti piccoli e con il cucchiaio che mi ha dato prendo su un pò di brodo e con le bacchette ci infilo dentro la pasta.
qui dove sono io fanno il miso con gli udon e con i soba.

lui invece non mi osserva e invece giocherella con un telecomando che gestisce chissà quale oggetto, mentre diffuso per l'ambiente un disco di una qualche ragazzina famosa che canta canzoni orecchiabili simili a tutto quelle che ho sentito a casa mia, suona.
mi viene in mente tiziano ferro.

finisco la scodella con fatica per colpa del brodo caldo, poi attiro l'attenzione del tizio e lui si precipita, mi guarda, io gli faccio notare che -guarda un pò- ho finito di mangiare, e lui mi ringrazia e prende e porta via il piatto.io lo ignoro.

gli ordino un'altra cosa, nel momento in cui si era rimesso a giocare col telecomando.
me lo prepara in altri cinque minuti producendo una serie di rumori di oggetti metallici.
ne produce diversi.
io lo osservo.

mi serve e mi ringrazia.
io mi mangio le cose che mi ha preparato bagnandole preventivamente nella salsa che ho versato nel piatto.

lo fisso e gli dico: - oh! - lui si gira e mi ringrazia, sempre nella sua lingua.io lo ignoro.

io inizio a parlare nella mia fissadolo, lui rimane come imbambolato, come gli si fossero rotti dentro una serie di ingranaggi.
sta lì, ingovernabile.
continuo a mangiare i miei cosi nel piatto, senza più guardarlo.
quando finisco lui mi vede, e ripreso coraggio mi ringrazia.lo ignoro.
io non ce la faccio più, gli chiedo il conto nella sua lingua, però glielo chiedo con la faccia come se lo stessi insultando, lui mi ringrazia e mi fa la somma all'istante (anch'io l'avevo già fatta)
io tiro fuori il portafoglio, i soldi dal portafoglio, glieli metto sulla mano e lui calcola il resto al volo (come se fosse complicato) e fa scattare monete dalla cassa.
mi porge il resto e mi ringrazia.lo ignoro.
io a quel punto non resisto, lo mando a quel paese nella mia lingua ed esco fuori nella neve.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei veramente molto cattivo!

susukino ha detto...

e me ne vanto...
ma probabilmente in questi ultimi giorni io e il venditore diventeremo amici. forse.
(ora ho anche la sua fidelity card per gli sconti)

C. ha detto...

Mh. Sai che questa cosa. Questa stessa cosa. Mi è venuta in mente leggendo gli altri tuoi post prima di incontrare questo. Pensavo...
Gli orientali sono senpre molto gentili, al limite del servilismo. Io non potrei sopportarlo, di sicuro farei una cosa tipo trasmettergli odio, comportarli in maniera scortese e poi insultarli. Provocarli insomma. Spingermi fino al limite.
Non sopporto la gente servile. Le basi di amicizie solide, della stima, si fondano sul limite. Sui limiti a cui uno deve sapere di potersi spingere con le persone. Lì e non oltre. Disegnata la linea, il resto è carinerìa.

susukino ha detto...

per esempio, se li fissi bene, ti accorgi che non lo sono, così gentili.
...ma bisogna guardarli bene ,eh.